Qatargate, NI: “E’ coinvolto l’Alto rappresentante Borrell?”.

Il Qatargate, nonostante la perdita di interesse come riscontrato nei processi di newsmaking dei media mainstream, continua a destare preoccupazione all’interno del Parlamento europeo, uscito decisamente “provato” dall’ennesimo scandalo. Ad agitare la polemica politica sul tema è stata la recente dichiarazione dell’avvocato della ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili (attualmente “al gabbio” per effetto della decisione della Procura federale belga), Michalis Dimitrakopoulos, il quale ha affermato che l’Alto rappresentabte dell’UE, Josep Borrell, “aveva deciso, a livello di Commissione, di cooperare con il Qatar, il Kuwait e l’Oman” già dal 2019.

A rimarcare l’importanza della dichiarazione, recentemente, sono stati 3 deputati del gruppo dei Non Iscritti*: “Il Qatar – si legge nel testo dell’interrogazione parlamentare – è stato sotto i riflettori negli ultimi anni per aver corrotto la FIFA, nonché per i suoi scarsi risultati ottenuti in materia di diritti umani. Ora sappiamo che il Qatar “ha armato ONG, sindacati, individui, assistenti e membri del Parlamento europeo nel tentativo di sottomettere la nostra democrazia”.

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Ovvia, quindi la richiesta alla Commissione per la pubblicazione di tutti i dati circa gli incontri, viaggi e comunicazioni intercorse tra l’Alto rappresentante Borrell, il Commissario Margaritis Schinas e l’emirato del Qatar.

Una ‘patata bollente’ decisamente imbarazzante sulla quale è intervenuta la Vicepresidente Věra Jourová: “La Commissione applica regole di trasparenza rigorose per quanto riguarda la rappresentanza degli interessi e
pubblica le informazioni sulle riunioni tenute con i rappresentanti degli interessi sulle pagine web dedicate alla trasparenza dei membri della Commissione. Per i motivi indicati nella decisione 2014/839/UE della Commissione – prosegue -, la nozione di rappresentante di interessi non comprende i rappresentanti di altre istituzioni o organi dell’UE, delle autorità pubbliche degli Stati membri, dei rappresentanti delle autorità pubbliche di Paesi terzi e di organizzazioni internazionali”.

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Trasparenza ‘impeccabile’ riscontrabile, per esempio, sul ricorso ai consulenti esterni da parte della Commissione europea. Un tema di opportunità politica che fa il palio con la conferma della Commissione Ue di voler intrattenere rapporti con un Paese retrogrado come il Qatar. Perché no? D’altronde si fanno affari con i più prossimi (geograficamente parlando) regimi “democratici”.

“L’UE – prosegue la Jourová – continuerà a intrattenere relazioni con il Qatar, basate su interessi reciproci e sui principi chiave che stanno alla base dell’azione esterna dell’UE, tra cui la difesa della democrazia e dei diritti umani, in linea con la comunicazione congiunta del 2022 per un partenariato strategico con il Golfo”.

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Mentre sul tema della corruzione, l’esponente della Commissione von der Leyen, ha dichiarato che la Commissione è ferma nella “tolleranza zero per la corruzione” e che sosterrà un’indagine approfondita su ogni potenziale illecito: “La Commissione sta attualmente lavorando a un’iniziativa per la creazione di un accordo comune per la creazione di un organismo etico comune a tutte le istituzioni e agli organi consultivi”. Nel frattempo, o meglio, nelle more dell’adozione dell’accordo tutto è possibile…

* Carles Puigdemont i Casamajó, Antoni Comín i Oliveres, Clara Ponsatí Obiols.

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