Qatargate, Garraud: “Ex commissario Avramopoulos pagato da Fight impunity”.

Qual è stato il coinvolgimento della Commissione europea sul caso Qatargate? A domandarselo, recentemente, l’eurodeputato del gruppo ID, Jean-Paul Garraud nella cui interrogazione parlamentare è citata l’azione dell’ex Commissario UE, Dimitris Avramopoulos, membro onorario, come si legge nel testo, di Fight Impunity, l’associazione di Antonio Panzeri travolta dallo scandalo dei fondi del Qatar.

Organizzazione, va ricordato, con sede a Bruxelles, in Rue Ducale e nei pressi dell’ambasciata statunitense, vede tra i membri onorari vede volti noti della politica italiana ed europea, come Emma Bonino, Federica Mogherini (già Alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza), il premio Nobel per la Pace Denis Mukwege e l’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve.

“L’ex commissario Ue Dimitris Avramopoulos – ha dichiarato Garraud – ha incontrato i vicepresidenti della Commissione mentre era pagato da Fight Impunity. Meeting svoltisi nel novembre 2021 e, prosegue – fino al 1° dicembre 2021 al sig. Avramopoulos è stato vietato esercitare pressioni sui commissari europei per conto della ONG su questioni di sua competenza durante il suo mandato. Le riunioni su questioni riguardanti la politica dell’UE possono essere tenute solo se i relativi gruppi di pressione sono elencati nel registro per la trasparenza dell’UE, una banca dati online di gruppi di interesse. Fight Impunity, invece, non era, inserita nel registro”.

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Ovvia, quindi, la domanda dell’esponente di ID su come la Commissione abbia potuto dare il via libera a un ex Commissario europeo affinché agisse per conto di un gruppo di pressione che non figurava nemmeno nel registro per la trasparenza dell’UE e, ancora, perchè tali incontri non sono elencati nei diari online dell’Istituzione europea.

Per la Vicepresidente Jourová, ormai chiamata in causa quasi quotidianamente sul tema, con la decisione C(2021) 9002 adottata il 3 febbraio 2021, la Commissione ha autorizzato l’attività prevista dell’ex commissario Avramopoulos come membro del Consiglio onorario dell’Associazione Fight Impunity a diverse condizioni, a partire “dall’obbligo di astenersi dall’esercitare pressioni sui membri della Commissione o sul personale della Commissione a nome di questa associazione non governativa”.

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“La Commissione – ha aggiunto il membro dell’Esecutivo von der Leyen – non è a conoscenza di alcun elemento che permetta di concludere che questa condizione non sia stata pienamente rispettata da Avramopoulos. La Commissione è stata informata che “Fight Impunity” aveva intenzione di iscriversi al Registro per la trasparenza dell’UE, poiché avrebbe ripreso a lavorare e ad avere una presenza fisica a Bruxelle dopo la pandemia COVID-19. Questa registrazione nel Registro per la trasparenza non si è mai concretizzata”.

Ancora, secondo la Jourova, i meeting in questione sarebbero stati “incontri di cortesia” e non di lobbying: “L’ex commissario Avramopoulos ha effettivamente avuto diversi incontri di cortesia con i membri della Commissione il 15, 16 e 17 novembre 2021. Questi contatti – conclude – non rientravano in alcun obblighi di registrazione o pubblicazione. Non vi è stata quindi alcuna violazione degli obblighi”.

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