Pubblica amministrazione: meno del 2% dei lavoratori è under30.

La pubblica amministrazione italiana è roba per vecchi. A suggerirlo, oltre che la semplice esperienza di cittadino e contribuente, il dato sulle assunzioni di giovani negli enti locali del “Bel Paese”. Nella pubblica amministrazione la fascia di popolazione più impiegata è quella compresa tra i 50 e i 59 anni. In 4384 comuni italiani non risulta essere assunto personale under35. Cosa diranno gli stenui difensori del principio della “trasversalità” giovanile nel Pnrr?

Metà degli oltre 8mila comuni italiani, come rilevato recentemente dalla Fondazione openpolis, non hanno tra i propri lavoratori persone con età inferiore a 35 anni e poco più dell’1% di chi lavora negli enti locali ha meno di 30 anni.

Numeri particolarmente esaustivi sullo stato di salute dell’inclusione dei giovani in questo scalcinato Paese e nella sua altrettanto bislacca pubblica amministrazione. Dati, ancora, particolarmente indicativi sulla capacità di rinnovamento del sistema e dell’integrazione di nuove competenze. Altro che campagne ministeriali “fighe” e investimenti “savifici” del PNRR mirati all’innovazione della pubblica amministrazione.

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Secondo OpenBDAP, il portale della Ragioneria Generale dello Stato che mette a disposizione i dati della Finanza Pubblica presenti nella Banca Dati Amministrazioni Pubbliche (BDAP), i lavoratori nel settore pubblico con meno di 30 anni sono circa il 4,7% del totale mentre quelli tra i 30 e i 39 solo il 13,3%.

Pur trattandosi di dati risalenti al 2020, per via del blocco delle assunzioni rappresentano una fotografia molto attuale, secondo Fondazione Openpolis: “La fascia con più assunti è quella tra i 50 e i 59 anni, che compongono poco meno del 40% dei lavoratori nella pubblica amministrazione”.

Anche per quel che riguarda gli enti locali, le persone tra i 50 e i 59 anni rappresentano il gruppo di occupati maggiore. Sono all’incirca 162mila e compongono la metà dei lavoratori. Seguono i lavoratori con età comprese tra i 40 e i 49 (circa 87mila, il 24%) e chi supera i 60 (78mila, 22%). Valori minori invece per i più giovani. Negli enti locali, ancora, un lavoratore su 100 ha meno di 30 anni. Sono 29mila quelli che ricadono nella fascia 30-39 e sono l’8% degli occupati. Ancora più basso il dato per chi non ha raggiunto i 30 anni: 4.655 lavoratori che compongono poco più dell’1% degli impiegati nel settore.

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Focalizzandosi sui comuni, Istat ha rilevato che nel 2020 sono 346.762 gli impiegati nel comparto, circa il 10,2% del personale dipendente della pubblica amministrazione. In 31 amministrazioni su quasi ottomila, il personale che ha meno di 35 anni compone il 50% della forza lavoro, nei restanti riporta un valore inferiore.

Nei capoluoghi italiani, quello con più giovani assunti è Cuneo (11% del personale), a cui seguono Sondrio e Catanzaro, entrambi al 10%. Questi sono gli unici capoluoghi in cui l’incidenza è superiore al 10%. Sono invece 16 quelli in cui il valore è fermo allo 0%: Rieti, Caserta, Salerno, Foggia, Andria, Brindisi, Cosenza, Reggio di Calabria, Trapani, Palermo, Messina, Agrigento, Caltanissetta, Catania, Siracusa e Nuoro.

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