Protezione minori stranieri, Ferrara: “Incompatibilità diritto Ue e norme nazionali”.

Continua sul binario dell’incompatibilità normativa tra diritto Ue e norme nazionali la questione della protezione dei minori stranieri non accompagnati. A sollevare il caso nell’Aula di Bruxelles, recentemente, è stata l’eurodeputata del gruppo dei non Iscritti, Laura Ferrara, rimarcando le ultime milestones del Governo Meloni, reo di aver aspramente criticato le sentenze dei giudici italiani che hanno disapplicato le nuove norme nazionali sul trattenimento dei richiedenti asilo.

Norme, va ricordato, che consentono di trasferire e trattenere in appositi centri chiusi i richiedenti asilo provenienti da Paesi terzi se non prestano una garanzia finanziaria di € 4 938,00. Provvedimento, per alcuni giudici italiani, incompatibile con la normativa UE (ovvero le direttive 2013/32/UE e 2013/33/UE), la Costituzione italiana e la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea.

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“Riguardo al D.L. n. 133/2023 – spiega l’eurodeputata Ferrara – sono state sollevate preoccupazioni sul rispetto del principio di presunzione di minore età e sul rischio di violazioni di diritti. Si prevede che, in caso di flussi consistenti, le autorità di pubblica sicurezza possano disporre lo svolgimento di rilievi antropometrici o di altri accertamenti sanitari volti all’individuazione dell’età. Inoltre, si introduce un trattamento differenziato tra minori, prevedendo la possibilità che minori stranieri non accompagnati di 16 anni possano essere ospitati in sezioni dedicate di centri destinati ad adulti”.

Da qui la richiesta alla Commissione europea per riferire sulla compatibilità delle norme introdotte dal Governo italiano in materia di immigrazione e asilo, in particolare sul trattenimento in centri chiusi e sui minori stranieri non accompagnati, con il diritto europeo.

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Un parere, però, impossibile da commentare poiché, come confermato dall’esponente dell’Esecutivo von der Leyen, Ylva Johansson, si stanno “analizzando le nuove misure al fine di valutarne la conformità ai requisiti del diritto dell’Unione”.

Eppure il quadro normativo europeo dovrebbe essere chiaro a tutti, come la strategia dell’UE sui diritti dei minori e la comunicazione del 2017 sulla protezione dei minori migranti. Documenti che sottolineano con chiarezza che la vulnerabilità dei minori migranti richiede una tutela delle garanzie e un sostegno aggiuntivi e mirati e che la detenzione dei minori dovrebbe essere utilizzata come ultima risorsa e per il tempo più breve possibile.

Principio, quello dell’interesse superiore del minore, che dovrebbe costituire un criterio guida fondamentale per tutte le
procedure, comprese quelle relative allo status di migrante.

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