Proseguono gli scavi sui campi di prigionia austro-ungarici dell’Asinara.

Le aree dei campi di prigionia austro-ungarici della Prima Guerra Mondiale nell’Isola dell’Asinara continuano a riservare sorprese. Lo conferma l’attività di ricerca dell’Università di Sassari, capofila di un progetto di ricerca mirato “a far luce sulla vita nei campi di prigionia, organizzazione e tecniche costruttive”.

Aggiornamenti, a partire da un tour virtuale sul campo di Stretti, che saranno condivisi il prossimo 21 luglio a Porto Torres.

“La novità delle ricerche appena concluse – sottolinea Marco Milanese, Ordinario di Archeologia nel Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari – è anche rappresentata dalle indagini subacquee nelle aree prospicienti alcuni dei campi di prigionia, che hanno permesso di individuare strutture e reperti sommersi riferibili all’attività dei campi”.

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