Pronto soccorso in Sardegna. In audizione i direttori di Cagliari e Sassari. Fabrizio Polo: “Massacro psicologico che dura da 18 mesi”.

Mancano infermieri, medici e Oss nei pronto soccorso della Sardegna. Non è una novità, – visti i tagli di spesa per la sanità registrati nelle precedenti legislature regionali – ma di questo si è discusso durante l’ultima seduta della commissione Salute in Consiglio regionale, dove sono stati ascoltati i direttori dei pronto soccorso di Cagliari e Sassari, il commissario dell’Arnas Brotzu, Paolo Cannas, la commissaria dell’Aou di Cagliari, Agnese Foddis, il commissario straordinario dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano.

Nel corso della seduta è emerso, anche, che entro ottobre, a conclusione del concorso per gli infermieri, sarà disponibile una graduatoria di circa 1400 idonei da cui attingere. Per gli operatori socio sanitari, invece, il consigliere regionale dell’Udc Cambiamo, Giorgio Oppi, ha proposto di fare selezioni per ogni Asl, così da velocizzare le assunzioni. Proposta che ha trovato l’appoggio della consigliera del M5S, Desiré Manca, che ha sottolineato come una soluzione di questo tipo troverà sicuramente il favore di tutta la minoranza.

Per il pronto soccorso dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari è intervenuta la direttrice Rosanna Laconi: “La situazione è molto difficile anche perché siamo sotto pressione da molto tempo”. La direttrice del pronto soccorso ha evidenziato che nel reparto ci sono pazienti covid in attesa di ricovero e che ad agosto c’è stata una degenza media di 3,5 giorni. “Stiamo rincorrendo il virus – ha detto – non riusciamo a garantire una risposta efficace ai pazienti che arrivano al pronto soccorso. E’ chiaro che questa situazione sta compromettendo l’assistenza per tutti gli altri pazienti, perché noi e il Brotzu siamo gli unici due pronto soccorso nell’area metropolitana”. Per Laconi, ancora, ci sono grossi problemi per la mancanza di oss, fondamentali per l’assistenza, richiamando, inoltre, le criticità dell’accettazione Covid al Binaghi, che andrebbe rivista, poiché al momento si possono accettare pazienti solo se ci sono posti disponibili.

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Per la commissaria straordinaria dell’Aou di Cagliari, Foddis: “La situazione del personale è delicata, in quanto è sufficiente che qualcuno si assenti per qualunque motivo per mandare in crisi la struttura. I numeri sono talmente alti che ci sono pazienti che attendono anche sette ore in ambulanza”. Il pronto soccorso dell’Aou ad agosto ha visitato 3.400 persone e “106 pazienti Covid, di questi ultimi il 62% è rimasto ricoverati in Obi per una media di 3,5 giorni, gli altri sono stati dimessi o sono andati all’ospedale Covid”.

Una richiesta di maggiore filtro da parte dell’Usca è arrivata dal direttore del pronto soccorso del Brotzu, Fabrizio Polo, evidenziando che anche al Brotzu ci sono 4 pazienti Covid con una degenza media intorno alle 48 ore: “Questa situazione ha comportato che quello che era un reparto di appoggio del Pronto soccorso con 12 posti letto, sia stato trasformato in una semi intensiva Covid con pazienti, prevalentemente, in ventilazione assistita. Da qui – spiega Polo – la mancanza di uno spazio che consenta di tenere in pronto soccorso i pazienti fino alla dimissione”. Polo ha sottolineato anche che, essendo il Brotzu un hub per moltissime patologie iperspecialistiche, come la neurochirurgia, la cardiochirurgia, il trauma cranico, arrivano tanti codici rossi, circa 6 al giorno, contro una media nazionale tra i 2,7 e i 2,9. “L’impegno assistenziale per questa tipologia di pazienti è enorme – ha continuato – Sono fiero di tutto il personale che ho, ma faccio presente che anche l’esercito migliore del mondo dopo un anno e mezzo di assedio crolla. Non saremo in grado di reggere un ottobre e novembre come quello del 2020”. Polo ha ricordato il grande lavoro fatto da tutto il personale, ma ha parlato di “un massacro psicologico che dura da 18 mesi” per scegliere chi intubare, per valutare chi mettere in ventilazione assistita, ma anche il lavoro svolto con l’ansia che in una delle tante ambulanze in fila ci sia un paziente che rischia la vita se non trattato in tempo.

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Polo ha poi parlato di grave carenza di infermieri e di oss, sottolineando anche che 4 infermieri ad agosto si sono dimessi per stanchezza.

Il direttore del pronto soccorso, Mario Oppes, ha parlato di un numero di accessi complessivi pari a quelli degli anni precedenti al Covid, per la prima volta dall’inizio della pandemia, pari a circa 4200 accessi nel mese di agosto. “Rispetto al sud Sardegna questa quarta ondata – ha detto – ci ha visto meno colpiti, nonostante abbiamo ricoverato 82 pazienti Covid e altrettanti li abbiamo dimessi a domicilio”. Il grosso problema per Oppes è che non è diminuito il numero degli accessi complessivi, mentre le precauzioni da adottare e i percorsi da seguire hanno notevolmente aumentato la permanenza e allungamento dei tempi del pronto soccorso. Per quanto riguarda il personale medico ha affermato di avere il numero giusto per una situazione di normalità, ma non sufficienti in un periodo come questo. “Tutto il personale non ce la fa più a reggere, sono molto preoccupato”.  Oppes ha anche affermato che sono venute a mancare “quelle figure aggiuntive che erano state date nel periodo covid, come specializzandi e co.co.co.”, oltre alla criticità legata agli infermieri (8 provenienti dalle agenzie interinali sono già andati via e altri 5 potrebbero lasciare il reparto a breve).

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La carenza di personale è stata sottolineata anche dal commissario straordinario dell’Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano, e ha annunciato che si sta procedendo a una riorganizzazione, dal punto di vista logistico, del pronto soccorso.

Sulla carenza di medici è intervenuto il consigliere Oppi che ha parlato di una “sanità malata” e che per la sostituzione del personale medico in questi anni non è stato fatto niente. Oppi ha però ricordato: “Noi abbiamo fatto una legge che, grazie a un investimento di 30 milioni, consentirà di avere 7-800 medici nei prossimi 3 anni, per i quali abbiamo chiesto 5 anni di residenza in Sardegna e 3 di residenza in Sardegna post specializzazione”.

Secondo Gianfranco Ganau (capogruppo Pd) è evidente che il personale medico, infermieristico e oss è inadeguato per la situazione di emergenza legata alla pandemia. Il vice presidente Daniele Cocco ha poi concluso:  “E’ vero che siete gli eroi, come spesso venite definiti, perché sopportare una situazione del genere costa tantissimo in termini fisici e in termini psicologici. Il compito della commissione sarà di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per migliorare la situazione”.