Premio Daphne Caruana Galizia, David Sassoli: “Proteggere e sostenere i giornalisti è nell’interesse vitale delle società democratiche”.
Si è aperta oggi la cerimonia di inaugurazione del Premio Daphne Caruana Galizia per il Giornalismo nella Sala Stampa Anna Politkovskaya del Parlamento europeo. Edizione assegnata ai giornalisti del Progetto Pegasus coordinato dal Forbidden Stories Consortium. Nel corso dell’evento, è intervenuto il Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli per ricordare sia la giornalista maltese e l’esigenza di sostenere la libera stampa e i giornalisti nell’UE: “L’assassinio di Daphne Caruana Galizia è stato un momento di svolta per il giornalismo europeo, per la nostra politica e le nostre società, poiché ha toccato il nucleo stesso della nostra identità europea”.
“Daphne Caruana Galizia – prosegue – era una giornalista investigativa e una blogger che ha fatto luce su ciò che altri volevano tenere all’oscuro. Era una giornalista straordinaria che faceva un lavoro notevole, una combattente feroce per la democrazia e ha dovuto pagare con la sua vita. Il fatto che i giornalisti vengano attaccati o addirittura uccisi mentre esercitano il loro lavoro è intollerabile. I giornalisti non dovrebbero mai temere per la propria vita solo perché fanno il loro lavoro”.
Un omicidio che per Sassoli ha portato ad una rinascita del giornalismo investigativo: “Esempi recenti, come i Pandora Papers, hanno dimostrato il potere unico del giornalismo audace e irremovibile, in particolare quando viene svolto in un contesto di un network internazionale. Creando trasparenza, il giornalismo investigativo permette agli elettori di prendere decisioni informate. Proteggere e sostenere i giornalisti è nell’interesse vitale delle società democratiche”.
“Abbiamo lottato per una migliore protezione degli informatori (whistle blowers), in modo che coloro che si fanno avanti per rivelare informazioni su attività illegali o dannose non debbano temere rappresaglie. Ma molto di più deve essere fatto in un contesto internazionale, pensando a coloro che vivono in esilio e in prigione da anni solo perché hanno offerto al pubblico le informazioni che meritava”.
“Siamo allarmati dagli sviluppi in alcuni Stati membri dell’UE, dove vediamo sempre più tentativi di mettere a tacere le voci critiche e di influenzare i media, spesso accompagnati da un’eccessiva concentrazione economica e da un declino del pluralismo”.
Dal 22 giugno al 1º settembre 2021, oltre 200 giornalisti provenienti dai 27 paesi dell’Unione europea hanno presentato le loro opere giornalistiche per aggiudicarsi il premio di 20mila euro, andato al consorzio di giornalisti Forbidden Stories la cui missione è di portare avanti le indagini di giornalisti assassinati, imprigionati o minacciati.
Dalla sua nascita, nel 2017, Forbidden Stories e i suoi partner hanno proseguito il lavoro di Daphne Caruana Galizia, ma anche di giornalisti assassinati per le loro indagini, ad esempio su reati ambientali o sui cartelli messicani.
In partenariato con oltre 30 organi di informazione in tutto il mondo e circa 100 giornalisti, Forbidden Stories si basa su una rete fortemente impegnata nel giornalismo collaborativo. Per il suo lavoro, Forbidden Stories ha vinto prestigiosi riconoscimenti in tutto il mondo, tra cui l’European Press Prize e il Georges Polk Award.
La storia premiata “Pegasus: The new global weapon for silencing journalists • Forbidden Stories (Pegasus: la nuova arma globale per mettere a tacere i giornalisti • Storie proibite). Una fuga di notizie senza precedenti ha rivelato che più di 50.000 numeri telefonici sono stati selezionati per essere sottoposti a sorveglianza da clienti della società israeliana NSO Group e ha mostrato come questa tecnologia sia stata sistematicamente utilizzata per questi fini da anni. Il consorzio Forbidden Stories e Amnesty International hanno avuto accesso ai registri dei numeri di telefono selezionati dai clienti della NSO in più di 50 paesi fin dal 2016.
I giornalisti del progetto Pegasus (più di 80 reporter di 17 organizzazioni mediatiche in 10 paesi, coordinati da Forbidden Stories con il supporto tecnico del Security Lab di Amnesty International) hanno passato al setaccio questi registri, spingendosi fin dietro le quinte di questa organizzazione di sorveglianza, cosa che non era mai stata possibile, in questa misura, prima.
Il consorzio ha scoperto che, contrariamente a quanto sostenuto per anni dal gruppo NSO anche in un recente rapporto sulla trasparenza, questo spyware è stato ampiamente utilizzato in modo improprio. Dai dati trapelati è emerso che almeno 180 giornalisti sono stati presi di mira tra l’altro in India, Messico, Ungheria, Marocco e Francia. Tra gli obiettivi potenziali figurano anche difensori dei diritti umani, esponenti del mondo accademico, imprenditori, avvocati, medici, leader sindacali, diplomatici, politici e diversi capi di Stato.
foto Parlamento europeo