Precarietà dei lavoratori del settore culturale, Da Re: “Gravi criticità”.

Secondo quanto confermato da uno studio della commissione Cultura del Parlamento europeo, la CULT, nel settore culturale e creativo vi sarebbero gravi criticità in termini di precarietà dei lavoratori e del loro accesso al sistema previdenziale. A ribadirlo l’eurodeputato di Identità e Democrazia, Gianantonio Da Re: “Le cause principali dei problemi di precarietà in tale settore sarebbero la mancanza di una definizione chiara e comune delle figure professionali, affiancata da un mancato riconoscimento delle specificità di molte carriere creative e culturali”.

Da qui la richiesta all’Esecutivo von der Leyen sulle misure previste per il contrasto del fenomeno in Unione europea. Un tema sul quale è intervenuto oggi il commissario europeo Nicolas Schmit: “Nella sua risposta del 21 febbraio 2024 alla risoluzione del Parlamento europeo su un quadro dell’UE per la situazione sociale e professionale degli artisti e degli operatori nei settori culturali e creativi, la Commissione ha condiviso le preoccupazioni del Parlamento e lo ha informato in merito alle azioni realizzate e a quelle previste”.

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“È stata svolta un’analisi delle condizioni di lavoro degli artisti – prosegue l’esponente della Commissione von der Leyen -. La Commissione ha inoltre facilitato i lavori di un gruppo di esperti nell’ambito del metodo di coordinamento aperto.
Riconoscendo l’importante ruolo dei settori culturali e creativi, nel 2024 la Commissione organizzerà una tavola rotonda ad alto livello con le parti interessate al fine di esplorare le possibili vie da seguire per rispondere alle esigenze di tali settori. Nell’ambito del piano di lavoro dell’UE per la cultura 2023-2026, a partire da maggio 2024 saranno organizzati
seminari tematici annuali con gli Stati membri sulle condizioni di lavoro degli artisti. La Commissione valuterà le lacune esistenti nell’applicazione delle norme UE in relazione alla situazione occupazionale in questi settori insieme agli esperti nazionali e alle parti sociali, che saranno invitati a prendere in considerazione ulteriori soluzioni. La Commissione – conclude – collaborerà con gli Stati membri per migliorare l’applicazione delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro, raccogliere prove sul lavoro sommerso insieme all’Autorità europea del lavoro e facilitare l’apprendimento reciproco sugli aspetti della protezione sociale”.

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