Pratiche commerciali sleali: la Commissione avvia procedure d’infrazione nei confronti di 12 Stati membri.

La Commissione europea ha avviato procedure d’infrazione nei confronti di 12 Stati membri per il mancato recepimento delle norme dell’UE che vietano le pratiche commerciali sleali nel settore agroalimentare. In particolare, secondo la Commissione, è stata disattesa la direttiva in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare, adottata lo scorso 17 aprile 2019, per garantire la tutela di tutti gli agricoltori europei, come pure dei fornitori di piccole e medie dimensioni, contro le pratiche commerciali sleali attuate da acquirenti di dimensioni superiori nella filiera alimentare.

Il termine per il recepimento della direttiva nella legislazione nazionale era fissato al 1° maggio 2021. A oggi, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Svezia e Ungheria hanno comunicato alla Commissione di aver adottato tutte le misure necessarie per il recepimento della direttiva, dichiarando così completo il recepimento. La Francia e l’Estonia hanno comunicato che la loro legislazione recepisce solo parzialmente la direttiva.

LEGGI ANCHE:  NextGenerationEU: la Commissione europea emetterà 50 miliardi di euro di obbligazioni a lungo termine entro giugno 2022.

La Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora ad Austria, Belgio, Cechia, Cipro, Estonia, Francia, Italia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia e Spagna, chiedendo a tali Paesi di adottare e notificare le misure pertinenti. Gli Stati membri dispongono ora di due mesi per rispondere.

La direttiva in materia di pratiche commerciali sleali nella filiera agricola e alimentare contribuisce a rafforzare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare. Tra le 16 pratiche commerciali sleali da vietare figurano, tra l’altro: i ritardi di pagamento e l’annullamento di ordini con preavviso breve per prodotti alimentari deperibili; le modifiche unilaterali o retroattive ai contratti; l’obbligo imposto al fornitore di pagare i prodotti sprecati; il rifiuto di contratti scritti.

LEGGI ANCHE:  Coloni estremisti nella Cisgiordania e a Gerusalemme Est: sanzioni per gravi violazioni dei diritti umani contro i palestinesi.

foto di lumix2004 da Pixabay