PPR, Valter Piscedda: “Sbagliato stravolgerlo. Meno male che c’è la Corte Costituzionale”.
Recentemente la Corte costituzionale, attraverso una sentenza pubblicata l’antivigilia di Natale, la n.257/2021, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge della Regione Sardegna del 13 luglio 2020, n. 21 sull’interpretazione autentica del Piano Paesaggistico Regionale, approvata nell’estate 2020 dalla maggioranza con 31 voti favorevoli, un astenuto e 20 contrari, al termine di un’aspro confronto con l’opposizione in Consiglio regionale.
Una norma che il Governo nazionale aveva deciso di impugnare nel corso della seduta del Consiglio dei ministri del 7 agosto 2020, riscontrando la violazione dell’articolo 1 della legge riguardante il piano paesaggistico, degli articoli 9, 97 e 117, secondo comma, lettera s) della Costituzione, che riserva alla competenza statale la tutela dell’ambiente e del paesaggio.
La pronuncia della Corte, adesso, potrebbe incidere anche sull’esito della legge sul ‘nuovo piano casa’, anch’essa impugnata dal Governo nazionale.
Tra i primi nella maggioranza a commentare la sentenza, era intervenuto, lo scorso 24 dicembre, l’assessore agli Enti Locali e Urbanistica, Quirico Sanna, dichiarandosi “”basito e amareggiato” per l’esito deciso dalla Corte e che “bisogna raddoppiare l’impegno e la lotta contro il neo centralismo” per fare della Sardegna “la terra dello sviluppo e del benessere”.
Una ‘guerra’ che si può dire vinta per l’opposizione in Consiglio regionale, come auspicato in un post dello scorso luglio 2020 del consigliere regionale del Partito Democratico Valter Piscedda, intervenuto oggi sul tema della sentenza della Corte Costituzionale n.257/2021 inerente l’illegittimità delle norme regionali di interpretazione del PPR: “Si paventa un attacco frontale alla potestà decisionale dei sardi, al nostro Statuto, ed addirittura all’autonomia speciale costituzionalmente garantitaci. Con un malcelato obbiettivo di “captatio benevolentiae” bipartisan, si è anche puntato il dito sull’ex Presidente Soru, indicandolo colpevole, insieme all’ex Ministro Rutelli, dell’intesa del 2007 tra Regione e Governo. Intesa che prevedeva, nel caso in cui la Regione avesse voluto modificare il PPR, l’apertura di un tavolo congiunto, di “co-pianificazione”, tra Regione appunto e Ministero”.
“Oggi ho letto l’appello del Presidente del Consiglio Regionale rivolto a tutta la politica sarda, ad ogni livello, per affiancare il Presidente Solinas nel suo percorso di rivendicazione di maggior autonomia e sopratutto nel suo intento di rimodulare la copianificazione concordata nel 2007. Tralascio – prosegue il consigliere dem – i commenti sul fatto che queste considerazioni e questi appelli non avvengano nel Parlamento dei Sardi, il Consiglio Regionale, ma nei giornali: il che la dice lunga sul vero concetto di autonomia di questa amministrazione a trazione sardo leghista”.
“Non volendomi arrogare il diritto di parlare a nome di tutto il Partito Democratico, che spingerò affinché in sede di Congresso Regionale assuma una posizione ufficiale, parlo qui da Vicecapogruppo del PD in Consiglio Regionale, ed anche da ex Sindaco. Parlo per dire che il PPR è stato un fiore all’occhiello dell’intera produzione legislativa regionale, che ci ha posto su un livello altissimo di virtuosità, presi ad esempio in tutta Italia. Parlo per dire che quel PPR fu certamente sognato, scritto e sottoscritto da Renato Soru, ma fu l’intera classe politica che allora governava la Sardegna a volerlo e ad approvarlo, con ampissimo consenso popolare. Che bene fece quella classe politica a prevedere la copianificazione col Governo in caso di modifica: il paesaggio – ricorda Piscedda – è infatti un bene superiore a questa o quell’altra Giunta Regionale, a questo o a quell’altro Governo”.
“Copianificazione non significa impossibilità di modifica, significa semplicemente leale collaborazione tra diversi soggetti che insieme scelgono di operare per il raggiungimento del bene comune. E da ex Sindaco di un Comune obbligato a farlo, affermo con cognizione di causa che adeguare i PUC al PPR è un’operazione politica ed amministrativa assolutamente possibile, come dimostra l’esperienza del Comune di Elmas (e non solo)”.
“Sono passati ormai 15 anni dall’approvazione del PPR, e probabilmente una revisione delle sue procedure di approvazione ci può stare, ma sia chiaro – conclude Piscedda – che modificare le procedure non può significare stravolgerne gli obbiettivi di tutela e di valorizzazione del territorio. Meno male che la Corte c’è…”.
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