Portovesme: il solito copione. Cassa integrazione e chiusura posticipata.
Linee di produzione in funzione, cassa integrazione (per una durata iniziale di 14 settimane) per i 392 lavoratori della Portovesme srl e chiusura scongiurata fino al 31 gennaio, in attesa di nuove interlocuzioni con il Governo sull’abbattimento dei costi dell’energia e di un progetto di rilancio e di riconversione dell’azienda.
E’ l’esito dell’incontro a Villa devoto, convocato dal Presidente della Regione Christian Solinas, con le rappresentanze di Portovesme srl, dei sindacati e di Confindustria.
Le parti hanno concordato di incontrarsi entro il prossimo 12 dicembre per verificare l’andamento dei prezzi energetici e l’effettiva disponibilità di provvedimenti e strumenti in grado di rendere possibili le produzioni.
Un nuovo sviluppo che ha registrato l’ennesimo intervento da pura ansia di prestazione del Presidente della Regione: “Nessun lavoratore sarà lasciato indietro. La Regione, ha aggiunto, continua a fare la propria parte per la salvaguardia dell’occupazione ma anche delle attività industriali in un polo di importanza strategica per l’economia del Sulcis e dell’intera Sardegna”.
Nel corso della riunione l’AD della Portovesme srl ha rappresentato nel dettaglio gli impatti che gli elevati costi energetici stanno determinando nelle produzioni degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino.
Il Presidente Solinas ha inoltre confermato l’impegno a sollecitare il Governo per una definizione di un accordo bilaterale di acquisto energia a prezzi calmierati secondo il modello già adottato per altre industrie energivore e a trovare strumenti alternativi all’Interconnector virtuale, non disponibile per Sardegna e Sicilia al contrario di quanto possibile per le altre regioni peninsulari. Strumenti ipotizzabili in una riadozione della “Super Interrompibilità” per aziende altamente energivore o strumenti equivalenti al fine di equiparare gli aiuti riconosciuti per le aziende gasivore italiane, con esclusione della Sardegna non servita” dal metano, attraverso strumenti simili da riconoscersi per i combustibili alternativi utilizzati.
foto Sardegnagol riproduzione riservata