“Porte girevoli” e Agenzie UE: norme lassiste per la Corte dei conti europea.

Le agenzie dell’UE dovrebbero applicare norme più rigide ed effettuare controlli più rigorosi per minimizzare il rischio che dirigenti e altro personale di inquadramento superiore lascino i propri posti per assumere incarichi nel settore privato che potrebbero condurre a una situazione di conflitto di interessi e pregiudicare l’integrità delle istituzioni dell’UE. Lo ha evidenziato – rimarcando quanto già appurato negli anni – la Corte dei conti europea nella relazione annuale sulle agenzie dell’UE.

Confermate, inoltre, le persistenti problematiche all’interno delle 44 agenzie europee circa le procedure di appalto.

“I legislatori e le agenzie – ha dichiarato Rimantas Šadžius, membro della Corte responsabile dell’audit – devono prestare attenzione al campanello d’allarme suonato dalla Corte e gestire le potenziali porte girevoli con maggior rigore, per evitare conflitti di interessi e danni reputazionali per le agenzie stesse e l’UE”.

Il quadro giuridico dell’UE stabilisce pochissimi obblighi per le istituzioni e gli organismi dell’UE riguardo al controllo del rispetto dei criteri connessi alle “porte girevoli” da parte del proprio personale in servizio o non più in servizio.

D’altro canto, le agenzie dell’UE, specialmente quelle con poteri di regolamentazione e collegamenti con l’industria, sono particolarmente esposte al rischio di “porte girevoli” per due motivi: primo, si affidano a personale temporaneo e vi è quindi un alto tasso di avvicendamento; secondo, la loro struttura di governance prevede consigli di amministrazione composti da membri con incarichi a breve termine. Il problema è che i membri dei consigli non fanno parte del personale delle agenzie, e quindi non sono soggetti agli obblighi relativi alle “porte girevoli”.

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Secondo la Corte, ciò crea un vuoto giuridico e fa sì che solo una minima parte dei casi di potenziali “porte girevoli” venga esaminata. Inoltre, solo poche agenzie sono andate al di là dei requisiti minimi previsti dalla normativa nel trattare le potenziali situazioni di “porte girevoli”, mentre la maggior parte di esse non monitora neppure il rispetto degli obblighi in materia da parte del personale in servizio o non più in servizio, affidandosi invece quasi esclusivamente alle autodichiarazioni.

La Corte ha già rilevato problemi di governance e conflitti di interessi per le agenzie dell’UE in diverse relazioni precedenti. Nella relazione segnala ancora una volta problemi di governance per le agenzie di vigilanza per le banche, le assicurazioni e i mercati finanziari, che lasciano spazio al prevalere degli interessi nazionali su quelli dell’UE.

La Corte critica inoltre nuovamente il modo in cui le agenzie acquisiscono beni e servizi e le esorta ad assicurarsi di ottenere il miglior rapporto qualità/prezzo. Debolezze nelle procedure di appalto sono ancora tra i principali motivi per cui le agenzie non riescono a rispettare le norme in materia di pagamenti, e i casi di questo tipo sono recentemente aumentati. Per metà delle agenzie, gli auditor della Corte hanno rilevato contratti presentanti carenze. Per un’agenzia, l’eu-LISA, che gestisce sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà e sicurezza, sono state individuate spese irregolari per 18,1 milioni di euro. L’agenzia ha adesso ricevuto un altro cartellino giallo, sotto forma di un giudizio con rilievi sui pagamenti, ed è stata invitata a migliorare la gestione degli appalti e dei contratti.

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Dall’audit è emerso che la guerra della Russia contro l’Ucraina ha avuto ripercussioni su tre agenzie in particolare. L’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA) ha chiesto più risorse umane e finanziarie dopo la richiesta di assistenza da parte di paesi dell’UE che avevano accolto rifugiati ucraini. Le attività dell’Agenzia dell’Unione europea per il programma spaziale (EUSPA) hanno risentito del fatto che i lanciatori russi Soyuz non possono più essere utilizzati per i satelliti Galileo. E l’agenzia per la liquidazione delle banche in dissesto (SRB) ha concluso che la guerra ha aumentato i rischi per la stabilità finanziaria, in particolare i rischi di credito in relazione alle esposizioni delle banche nei confronti delle controparti in Russia, Bielorussia e Ucraina, con i prestiti alle imprese nazionali più esposti agli effetti che la guerra provoca.

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Le agenzie dell’UE esercitano una notevole influenza sulla vita quotidiana dei cittadini europei, in settori come la sanità, la sicurezza e la giustizia. Nel 2021, hanno speso 13,1 miliardi di euro a titolo del bilancio dell’UE per gestire programmi come quelli a sostegno del Green Deal europeo e della ricerca. Contano in totale 14 430 membri del personale (pari al 17 % dell’organico di tutta l’UE), con una dotazione finanziaria complessiva di 4,1 miliardi di euro (pari al 2,5 % del bilancio dell’UE), escluso l’SRB. Frontex è in cima alla classifica, con oltre 1 500 membri del personale e una dotazione di 500 milioni di euro.

Nel contesto dell’UE, il fenomeno delle “porte girevoli” designa membri del personale di istituzioni/agenzie dell’UE che lasciano il servizio per assumere incarichi nel settore privato connessi alle attività svolte in precedenza. Ciò può essere all’origine di conflitti di interessi e rappresentare un rischio per l’integrità delle istituzioni dell’UE, a causa delle preziose conoscenze che possono essere trasferite nel settore privato o perché gli ex pubblici ufficiali potrebbero esercitare attività di lobbying presso i loro precedenti colleghi oppure perché i pubblici ufficiali in servizio potrebbero essere influenzati dalla prospettiva di incarichi in qualche altro posto.

foto Corte dei conti europea