Politiche giovanili, prove di sinergia con la Regione Sardegna.
Si è fatto un primo passo oggi, seppure informale, nel corso della presentazione del progetto Impact della TDM2000 – membro del Comitato CASMI -, nell’ambito del dialogo tra organizzazioni giovanili e l’attuale Presidenza della Regione Sardegna, rappresentata oggi da Raffaele Marras dello staff tecnico dell’Ufficio di Gabinetto della Presidente della Regione.
Una “prima” – si spera di una lunga road map -, per dare vita (finalmente) a un tavolo di lavoro permanente per le politiche giovanili nell’Isola. Tavolo che, va rimarcato, nonostante la piaga dell’abbandono scolastico e del fenomeno del brain drain, non è mai stato aperto nelle passate Legislature, pur in presenza di statistiche, europee e nazionali, che da diversi lustri certificano l’allarme spopolamento giovanile nelle aree rurali e urbane dell’Isola.
Tematiche discusse durante le sessioni del progetto Impact, alle quali hanno partecipato 43 giovani – provenienti dal Portogallo, Bulgaria, Lettonia, Malta, Turchia, Croazia, Polonia e Lituania -, protagonisti del confronto odierno sui cosiddetti youth goals, ovvero gli 11 obiettivi della Stategia della Gioventù 2021-27. “Obiettivi – spiegano i promotori – che attraverso lo storytelling saranno promossi tra i giovani vulnerabili e, specialmente, tra coloro che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in processi di formazione”.
Tra le sessioni di brainstorming sul tema degli Youth Goals, anche l’intervento del consulente in materia di innovazione, sviluppo economico-territoriale e politiche giovanili della Presidente della Regione: “Sono tornato in Sardegna dopo 15 anni di professione all’estero tra Asia ed Europa e ora con l’attuale amministrazione stiamo lavorando per capire l’attuale stato delle politiche giovanili in Sardegna e confrontarci con le organizzazioni giovanili per migliorare queste politiche e fare dell’Isola una regione inclusiva per i giovani. Una regione – prosegue Marras – aperta ai giovani e con una visione rinnovata in materia di politiche giovanili. Abbiamo le risorse ma serve lavorare su cooperazione e sinergia per approcciarsi a queste tematiche. Ecco perchè sono qui, per iniziare questa nuova collaborazione e capire come possiamo cambiare l’attuale approccio in Sardegna”.
Fondamentale, quindi, partire da strategie e azioni bottom-up, ovvero dal basso, con l’obiettivo di porre fine alle “canoniche” iniziative autoreferenziali in materia di gioventù: “Per il nuovo Governo regionale, l’approccio dal basso è la soluzione vincente per i giovani. In passato – ha aggiunto il consulente per le politiche giovanili – si sono viste solo alcune iniziative calate dall’alto senza alcun minimo coinvolgimento dei giovani. Dobbiamo cambiare approccio per meglio intercettare le esigenze e capire le risorse necessarie”.
Si è poi discusso di altri temi importanti per i giovani, quali le politiche per la casa, il disagio mentale e l’annosa questione della mobilità dei giovani sardi: “Dobbiamo cambiare visione rispetto al passato e bisogna puntare sulla cooperazione e sullo sviluppo delle competenze trasversali. Siamo convinti che iniziando una nuova cooperazione con il territorio si possa migliorare il quadro delle politiche giovanili in Sardegna”.