Politiche giovanili, Mario Draghi: “Giovani al centro dell’azione di Governo”.
Il Premier Mario Draghi, ieri, è intervenuto all’Its Cuccovillo di Bari, una buona pratica italiana che vanta un placement del 92% degli studenti al termine del percorso di studi. Una occasione privilegiata, dunque, per fare il punto sullo stato delle politiche per i giovani del Governo Draghi: “Dopo anni in cui l’Italia si è spesso dimenticata delle sue ragazze e dei suoi ragazzi, sappiate che le vostre aspirazioni, le vostre attese, oggi sono al centro dell’azione del Governo”.
Azioni, va ricordato, a dir poco inaccessibili per i giovani italiani e mirate a rinforzare schemi di formazione e istruzione fallimentari, come ricordano le misure contenute nella missione giovani del Pnrr.
Ma per il Primo ministro, in assenza di contenuti sul tema della condizione giovanile, è sempre meglio rimarcare ‘l’impegno dei giovani’ registrato nel corso della pandemia: “Negli ultimi mesi sono rimasto colpito dall’idealismo e dedizione dei giovani. Penso ai giovani diplomatici di Tripoli, ai medici e infermieri di Bergamo, ai campioni dello sport. Ma anche ai tanti che mi scrivono per raccontare paure e ambizioni”.
“Le risorse messe a disposizione per il Sud – ha proseguito Draghi – non hanno precedenti nella storia recente. Dobbiamo spendere bene questi soldi, con onestà e rapidità. La responsabilità è del Governo, ma anche dei Comuni e degli altri enti territoriali. I ritardi nella spesa, che per troppo tempo hanno colpito il Mezzogiorno, sono un ostacolo alla vostra libertà e una tassa sul vostro futuro”.
Poi, nel passaggio successivo, l’ennesimo e logoro appello all’azione dei giovani per cambiare il Paese: “A voi giovani spetta il compito di trasformare l’Italia. Il nostro compito è mettervi nelle condizioni di farlo al meglio. Il vostro è cominciare a immaginare il Paese in cui vorrete vivere. Preparatevi a costruirlo, con passione, determinazione e – perché no – un pizzico di incoscienza”.
Incoscienza, ricordiamolo, che non sarebbe male supportare con interventi nel merito dei problemi strutturali dei giovani italiani, a partire dalla questione imprenditoriale, dove nulla o poco si fa per mettere mano all’annosa questione dell’accesso al credito e agli aiuti di Stato.
Un discorso dove non si fa alcune menzione al mondo dell’associazionismo giovanile, all’educazione non formale, alle nuove contaminazioni internazionali, ma che ricalca desueti approcci governativi: “Scoprite le vostre inclinazioni individuali, i vostri talenti. Investire nella scuola è, quindi, un dovere civile e un atto di giustizia sociale”, ha sottolineato il premier.
Poi la promessa del presidente del Consiglio: “Il Governo investirà circa 1 miliardo e mezzo di euro per dare ulteriore slancio agli Its”, per “favorire l’inserimento degli studenti nel mondo del lavoro”.
Dopo aver ricordato la riforma degli Its (attualmente incagliata in Senato), il Premier ha parlato delle prossime sfide, a partire dalla transizione digitale e green: “L’istruzione tecnica all’avanguardia è essenziale per ridurre la disoccupazione giovanile, che nel Mezzogiorno è molto più alta della media italiana ed europea”.
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