Politiche giovanili, la Conferenza delle Regioni chiede ‘aiuto’ ai giovani.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome lancia una chiamata a tutti/e i giovani italiani/e under30 per conoscere il punto di vista del segmento della popolazione meno sostenuto dalle politiche nazionali e regionali.
Una “call for ideas” che, di fatto, potrebbe risultare come l’ennesima politica autoreferenziale e tokenista dato che, come qualcuno dovrebbe ben sapere dalle parti della Conferenza, attualmente continua a mancare il requisito della co-programmazione in presenza dell’ideazione e implementazione degli interventi per i giovani in Italia, a partire proprio dalla gestione del Fondo Nazionale per le Politiche giovanili. Risorse, come facilmente desumibile dal decreto dell’Esecutivo nazionale, divise tra entità centrali, regionali, provinciali e metropolitane, senza il minimo obbligo di coinvolgimento dei giovani e delle organizzazioni giovanili italiane.
Adesso, però, si chiede ai giovani, con l’ennesima (quanto stucchevole) “call for ideas” di dare il proprio contributo “per far emergere una proposta” che possa aiutare le regioni a proporre qualche azione per i giovani nell’immediato futuro. Basterebbe, anche all’amministratore locale più distratto e scevro di conoscenze, inserire il criterio della co-programmazione con i giovani e le organizzazioni giovanili dei diversi territori per risolvere molti gap in materia di politiche giovanili in Italia. Ma, come spesso capita, meglio proporre iniziative dall’alto e di scarso impatto e, ovviamente, “i concorsi di idee”.
Elucubrazioni mentali, se mai ce ne fosse l’esigenza, che potranno essere presentate entro il 15 settembre. Il dubbio che si sia in presenza dell’ennesima iniziativa spot per i giovani è, però, palpabile. Una selezione dei video migliori realizzati dai concorrenti sarà proiettata durante l’evento de L’Italia delle Regioni e i 5 candidati selezionati potranno confrontarsi con i presidenti e assessori regionali sul tema delle politiche giovanili. Per lo meno, per quelli sardi, si potrà tranquillamente “skippare” qualsiasi tipo di confronto, data la reiterata volontà dei vertici della Giunta regionale sarda di non intervenire in materia di gioventù, nonostante proposte e segnalazioni vis a vis espresse negli ultimi 4 anni.
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