Politiche giovanili. Il Dipartimento (dopo la sentenza del Tar Lazio) proroga la scadenza per il Servizio Civile Universale.
“In pedissequa esecuzione del decreto monocratico adottato dal Presidente della Sezione Quarta Bis del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio n.00816-2022, Reg. Ric n. 01190/2022, pubblicato in data 9 febbraio 2022, è disposta la proroga del termine di cui all’articolo 2 del Bando integrativo del 25 gennaio 2022, fissandolo alle ore 14:00 del 9 Marzo 2022”. Questa la nota pubblicata nel sito del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale, 24 ore dopo la sentenza del Tar Lazio che, di fatto, ha dato ragione ai ricorrenti contro l’amministrazione pubblica, rea, con il proprio operato, di aver creato non pochi disagi per la presentazione delle domande per i giovani aspiranti volontari del Servizio Civile Universale…’i giovani sono al centro dell’azione politica di Governo’, recava qualche citazione proveniente dall’Esecutivo Draghi!
Per effetto del nuovo provvedimento – per il quale oltre al TAR Lazio andrebbero ringraziati anche i ricorrenti Codacons, Amesci e Adoc – le candidature al bando per la selezione di 64.331 operatori volontari potranno essere presentate fino al 9 marzo 2022. Un atto dovuto per riparare ai termini ‘ingiustificabili’ e alla disparità di trattamento tra giovani prodotta dal provvedimento, come ricordato dal Tar Lazio e dai ricorrenti, sul quale, però, manca ancora una dichiarazione istituzionale da parte della ministra Fabiana Dadone, la cui pagina istituzionale dedicata alla comunicazione risulta ferma alla ricorrenza del Giorno della Memoria. Un silenzio che vede la ministra in buona compagnia, come dimostrato, anche in questa occasione, dal principale apparato consultivo e di concertazione con il Governo in materia di politiche giovanili, per il quale si auspica una drastica abrogazione nella prossima manovra finanziaria, data la non ancora pervenuta azione di advocacy a sostegno delle istanze dei/delle giovani italiani/e.
Fortunato, di converso e in assenza di una politica e amministrazione responsabile, l’impegno civico delle 3 organizzazioni Codacons, Adoc ed Amesci che hanno creduto, invece, nella bontà delle proprie istanze, definendo dal principio il provvedimento del Dipartimento come “ingiustificabile, non proporzionato, irragionevole ed illegittimo”, reso indubbiamente più insopportabile a causa del mancato ascolto della Consulta Nazionale del Servizio Civile, pronunciatasi proprio contro la drastica ed autoritaria decisione del Dipartimento circa i tempi a disposizione degli enti partecipanti.
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