Politiche giovanili e Servizio civile digitale, Forum Terzo Settore: “Un flop”.
Sono deludenti i numeri del secondo avviso del Servizio Civile Digitale: 1727 domande presentate a fronte dei 2400 posti disponibili, nonostante la proroga della scadenza di ben 3 settimane da parte del Dipartimento delle Politiche Giovanili. A rimarcarlo oggi l’Arci Servizio Civile, per la quale sono stati due gli ostacoli oggettivi alla base del ‘magro risultato’ ottenuto dal programma: “Il primo è stato l’obbligo di presentare un solo programma, per un massimo di 60 posizioni, che ha impedito il coinvolgimento della rete. Nel caso di ASC Aps, che ha una ricca rete di enti di accoglienza e ha in essere molte collaborazioni con qualificati operatori del settore, quali Fastweb – dichiara Licio Palazzini, presidente di ASC Aps –. Il secondo ostacolo è legato al calendario: i progetti del secondo avviso dovranno essere avviati entro il 20 luglio per disposizione del Dipartimento, cioè appena qualche settimana dopo l’avvio del primo ciclo di progetti del servizio civile digitale. Questa scadenza ravvicinata, per molte sedi di attuazione si traduce nel dover gestire il doppio degli operatori volontari, creando evidenti difficoltà di accoglienza e impiego. Su questa base, alcune delle organizzazioni impegnate nel primo ciclo, non sono state in grado di partecipare al secondo. Ci dispiace dover rilevare questa situazione perché sia le organizzazioni di Terzo Settore che gli enti pubblici sono interessati a valorizzare questa opportunità, sia verso i cittadini che per i giovani operatori volontari”.
Il Servizio Civile Digitale, ricordano dal Forum del Terzo Settore, ha l’obiettivo di superare l’attuale gap sulle competenze digitali, in linea con quanto delineato nella Strategia nazionale per le competenze digitali, e di produrre un impatto positivo sulle comunità, anche attraverso l’integrazione con altri interventi previsti dalla stessa Strategia. Ha l’obiettivo principale di investire sui giovani, sulla loro formazione e sul loro ruolo di cittadini attivi.
Insomma, un’altra occasione persa per i giovani italiani e per le comunità locali italiane. Consoliamoci con l’autoreferenziale, quanto inutile, Neet Working Tour, ovvero l’ultima alzata di ingegno partorita per i giovani del Paese dal Ministero delle Politiche Giovanili. Un tour che per la ministra Fabiana Dadone, come dichiarato in occasione della partenza del Truck del Neet Working Tour, rappresenta l’occasione per “uscire dalla logica paternalistica e consolatoria rivolta i giovani”.
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