Politiche giovanili, Andrea Abodi: “Far emergere matrice comune”.

Continua il lavoro del nuovo ministro per lo Sport e i Giovani per dare finalmente un nuovo impulso al deprimente paradigma per i giovani italiani. Dopo anni di monopolio pentastellato e di iniziative spot di scarso impatto per i/le giovani italiani/e, giusto per citare le recenti esperienze al dicastero di via della Mercede, stando alle dichiarazioni del ministro Andrea Abodi si dovrebbe ora puntare sulla sinergia tra ministeri: “Sto cercando di costruire insieme ai colleghi di quasi tutti i dicasteri una matrice comune degli interessi e quindi fare in modo che il tema giovani si intrecci con le tematiche relative alla formazione, al lavoro, alla casa, alla famiglia, all’accesso al credito”, ha affermato il ministro dello Sport e dei giovani nel corso della trasmssione Agorà di Rai Tre.

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“Dovremo cercare di far emergere la matrice comune degli interessi che dovrebbero essere in qualche modo quelli nazionali”. Nulla di più sensato. Ma si riuscirà a fare breccia nella cosiddetta politica dei compartimenti stagni? Sarà possibile andare oltre le autoreferenziali iniziative (non partecipate dal basso) per lo sviluppo delle politiche giovanili in Italia? O si continuerà con le “prese per i fondelli” dei vari pulmini informativi in giro per l’Italia?

Per avere una minima idea bisognerà attendere un nuovo provvedimento, particolarmente auspicato dal ministro romano: “Ritengo che ci sarà un Ddl giovani. Dovremo muoverci in maniera più strutturata, perché ci sono gli strumenti: abbiamo l’Agenzia nazionale dei giovani, il Consiglio nazionale dei giovani, ragazzi straordinari, quindi dobbiamo finalizzare la nostra azione non soltanto a parentesi, ma con politiche”.

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