Politiche attive del lavoro, l’obiettivo di Gol: “Formazione digitale per 300mila persone”.
La nuova riforma delle politiche attive punta sul programma Gol – Garanzia di occupabilità dei lavoratori -, un mix di formazione, riqualificazione professionale, inserimento al lavoro. Un piano discusso recentemente nel corso dell’incontro tra le parti sociali e il ministro del Lavoro Andrea Orlando.
Per l’esponente dell’Escutivo Draghi si tratterebbe di “un importantissimo strumento che consentirà di rafforzare i Centri per l’impiego, migliorare le politiche attive del lavoro e migliorare la competitività del Paese e la tenuta sociale”. Per questo, inoltre, dovrà essere creata una sintonia tra la riforma delle politiche attive del lavoro e quella degli ammortizzatori sociali ha ricordato Orlando.
Il nuovo sistema avrà a disposizione circa 4,9 miliardi di euro (4,4 miliardi nel Pnrr, 500 milioni nel React-Eu), accompagnato dal Piano per le nuove competenze (Pnc) e dalle misure per il rafforzamento dei Centri per l’impiego e del sistema duale, con lo scopo di potenziare le politiche attive del mercato del lavoro e la formazione professionale, specialmente per donne, over55 e giovani, ovvero i due segmenti della popolazione più penalizzati nel mercato del lavoro italiano.
Potranno beneficiare del nuovo sistema le persone beneficiarie di un ammortizzatore sociale o del Reddito di cittadinanza, oltre che giovani Neet, persone con disabilità e altre persone in condizione di fragilità nella ricerca del posto di lavoro, come donne e over55. Per tutte queste categorie, sarà previsto un percorso formativo che si baserà sulle caratteristiche personali e sulla situazione del mercato del lavoro locale. Si attiveranno diversi strumenti a seconda dell’occupabilità dei soggetti, passando dal semplice accompagnamento al lavoro fino ad arrivare ad attività di formazione di tipo reskilling e upskilling.
Tra le richieste avanzate dalle parti sociali, la creazione di un sistema informativo unico, per la domanda e offerta, così da superare i “ritardi” nelle assunzioni nei Centri per l’impiego.
Per Maurizio Gardini dell’Alleanza delle cooperative è “indispensabile attivare il prima possibile nuovi e più efficaci strumenti di politiche attive. Almeno 800mila persone dovranno essere coinvolte in attività di formazione con specifica attenzione al rafforzamento delle competenze digitali. Oltre che sulla formazione continua dei lavoratori, nuove politiche attive del lavoro dovrebbero far leva su un maggiore orientamento verso percorsi di autoimprenditorialità. Va rivisto con equilibrio il Reddito di cittadinanza. La fascia di estrema povertà – conclude va salvaguardata, ma la misura così come si presenta, ha rappresentato un disincentivo sia nel cercare sia nell’accettare il lavoro”.
foto Sardegnagol, riproduzione riservata