Politica di coesione, Boßdorf: “Strumento per influenzare le elezioni regionali nell’UE”.

Mentre sui risultati tangibili della politica di coesione in Ue, la stessa commissaria Elisa Ferreira, resta vaga, nell’attuale periodo di programmazione (2021-2027) sono stati stanziati circa 373 miliardi di euro tale politica. Strategia, probabilmente, il cui unico obiettivo raggiunto è il contrasto delle identità anti-Ue e il sostegno al pensiero unico e acritico europeo.

Una dinamica, secondo l’eurodeputata del gruppo Europa delle Nazioni Sovrane, Irmhild Boßdorf, ha avuro un’influenza diretta sulle elezioni nelle regioni beneficiarie di tali politiche.

Secondo uno studio dell’aprile 2024 del Kiel Institute for the World Economy intitolato “Paying off Populism: EU-Regionalpolitik verringert Unterstützung populistischer Parteien”, “la politica regionale dell’UE riduce il sostegno ai partiti populisti” e ancora che “le misure e investimenti mirati della politica regionale dell’UE hanno il potere di ridurre del 2-3% la quota di voti dei populisti di destra”. Senza contare la penalizzazione evidente per le tante testate giornalistiche europee critiche e indipendenti, la cui attività viene ignorata a sostengo della “ben remunerata” stampa mainstream, come ricordano le pubblicazioni delle graduatorie delle diverse call europee “per il sostegno della stampa libera”…

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Critiche sulle quali, ieri, è tornata a riferire la stessa commissaria Ferreira, difendendo, di fatto, la “solita narrazione” sull’utilità della politica di coesione: “Essa è fondamentale per il successo e l’unità a lungo termine dell’Europa. Promuovendo la convergenza e correggendo le disparità nazionali e regionali, svolge anche un ruolo nel mantenimento della stabilità, della democrazia e della prosperità condivisa in tutta l’UE. L’assegnazione dei fondi della politica di coesione si basa su criteri oggettivi ed è stabilita con l’obiettivo di promuovere la coesione economica, sociale e territoriale”, spiega la nota autocelebrativa della Ferreira.

“I progetti finanziati dai fondi della politica di coesione – aggiunge – mirano a promuovere lo sviluppo sociale, economico e territoriale degli Stati membri e delle regioni beneficiari. La nona relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale, fornisce un’ampia gamma di prove sui benefici della politica di coesione nelle regioni di tutta Europa, indipendentemente dal voto dei cittadini. Nel periodo di finanziamento 2014-2020, la politica di coesione ha sostenuto 4,4 milioni di imprese, creato 370 mila posti di lavoro e migliorato i servizi sanitari ed energetici per milioni di cittadini. Inoltre, la politica di coesione ha effetti significativi e positivi per l’Europa nel suo insieme e per ciascuna delle sue regioni. La modellazione macroeconomica suggerisce che i programmi 2014-2020 e 2021-2027, presi insieme, potrebbero aumentare il prodotto interno lordo dell’UE dell’1% entro la fine del 2030. L’impatto è, ovviamente, molto più forte nei Paesi della coesione, ma è positivo in tutti gli Stati membri e le regioni, anche dopo aver considerato i pagamenti effettuati al bilancio dell’UE”.

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foto European Committee of the Regions