Pnrr, i dati sulla spesa certificano i ritardi dell’Italia. Usato solo il 26% dei fondi assegnati.
In base alle più recenti informazioni disponibili, finora l’Italia è riuscita a spendere solamente il 26% dei fondi assegnati. Un dato, ricordato oggi dalla Fondazione Openpolis, che deve rappresentare un campanello dall’allarme visto che ci stiamo avvicinando alla fase finale del piano.
“Negli ultimi mesi il Governo Meloni ha fatto una serie di annunci sul primato del Paese riguardo al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Tuttavia – si legge nella nota di Openpolis – osservando i dati disponibili, risulta piuttosto evidente come le difficoltà legate alla realizzazione del piano italiano siano tutt’altro che superate“.
Tra gli aspetti più critici figura certamente quello della spesa sostenuta. Al 30 giugno 2024 infatti i fondi Pnrr già erogati ammontavano a 51,4 miliardi di euro, ovvero il 26% dei fondi del Pnrr assegnati all’Italia.
“Questo dato – unito al fatto che il 56% delle scadenze legate alla realizzazione del piano deve ancora essere completato – ci dice che il grosso del lavoro resta ancora da fare“, evidenziano da Openpolis.
Nel complesso, quindi, la spesa già sostenuta finora ammonta a 51,4 miliardi. In termini assoluti, gli importi più significativi già erogati riguardano il Superbonus (14 miliardi circa), il credito di imposta per beni strumentali 4.0 (8,9 miliardi) e la realizzazione delle linee ferroviarie ad alta velocità per il collegamento con il nord Europa (2,4 miliardi).
“In termini di capacità di spesa – cioè di fondi già erogati a fronte dell’importo totale assegnato – sono altre 5 le misure che raggiungono il 100%. In 5 casi su 7 i fondi sono stati erogati attraverso il credito d’imposta. Si è osservato spesso come questo strumento sia risultato essere un metodo molto efficace per spendere in maniera rapida i fondi del Pnrr. Questo comporta comunque delle criticità”, rilevano da Openpolis.
Troviamo poi soltanto altre 10 misure per cui le erogazioni già sostenute risultano essere superiori al 50% per un totale di circa 5 miliardi di euro erogati a fronte di un importo stanziato di 8,9 miliardi. Gli investimenti con la spesa più consistente in termini assoluti riguardano le già citate linee ferroviarie per l’alta velocità (54% dei fondi totali già spesi), il programma “Scuola 4.0” (1,1 miliardi pari al 53,4% dei fondi totali) e il rifinanziamento del fondo 394/81 dedicato alla crescita estera delle imprese italiane (656 milioni su 1,2 miliardi totali).
Per altre 7 misure la percentuale di fondi ancora da spendere è compresa tra il 25% e il 50%. Sono 29 invece quelle che rientrano nella fascia compresa tra il 50% e il 75% di risorse assegnate ancora da erogare. La stragrande maggioranza delle misure tuttavia, pur non considerando quelle nuove, rientra nella fascia 75%-100% di fondi ancora da spendere.
In particolare sono ben 50 le misure non di nuova introduzione per cui la spesa già sostenuta risulta compresa tra lo 0% e l’1%. Tra questi interventi, quelli economicamente più rilevanti ancora in stallo riguardano gli investimenti a favore delle comunità energetiche (2,2 miliardi), i contratti di filiera per l’agricoltura (2 miliardi), lo sviluppo del biometano per la promozione dell’economia circolare (1,9 miliardi) e lo sviluppo del settore agro-voltaico (1,1 miliardi).
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