Pnrr, continua a mancare la trasparenza sui dati di spesa.

Nonostante gli impegni presi, il Governo Meloni continua a non pubblicare dati dettagliati sulla spesa del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Una chiara scelta politica tesa ad evitare di rendere troppo evidenti criticità e ritardi, ricordano oggi dalla Fondazione Openpolis.

Nonostante tale criticità, come ricorda la politica poco sostanziale, negli ultimi mesi l’Esecutivo nazionale ha fatto una serie di annunci sui risultati raggiunti relativamente al piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). “Se da un lato è vero che, da un punto di vista procedurale, la gran parte delle misure del piano è stata attivata dall’altro occorre osservare come la realizzazione concreta delle diverse opere sia ancora piuttosto indietro – spiegano da Openpolis -. Questo è un elemento che emerge chiaramente se si analizzano i dati disponibili riguardanti la spesa già sostenuta”.

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Al momento i fondi spesi ammontano a 51,4 miliardi di euro. Ovvero appena il 26% dell’importo totale assegnato al nostro Paese. “Questo dato – unito al fatto che il 56% delle scadenze legate alla realizzazione del piano deve ancora essere completato – ci dice che resta ancora da fare gran parte del lavoro”, aggiungono da Openpolis, per la quale ad oggi non è ancora possibile “conoscere nel dettaglio il livello di spesa già sostenuta per ogni singolo progetto finanziato”.

Da qui l’invio di una nuova richiesta di accesso agli atti all’ispettorato generale per il Pnrr per chiedere la pubblicazione dei dati sulla spesa dei fondi del Pnrr. “Non pubblicare i dati sulla spesa dei progetti è una scelta politica tesa a minimizzare le situazioni di criticità”, sostengono da Openpolis. “L’esecutivo infatti è in possesso di tali informazioni. Lo dimostra il fatto che i dati aggregati a livello di misura sono stati diffusi. Non pubblicare i dati di dettaglio è quindi una scelta politica tesa a minimizzare le situazioni di criticità che tutt’ora permangono riguardo al Pnrr”.

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Una conferma, la mancanza di trasparenza sul Pnrr, nata fin dall’avvio del piano nel 2021, come dimostra anche l’assenza di un elenco aggiornato e dettagliato delle misure (riforme e investimenti) attive e di quelle depotenziate o eliminate del tutto per effetto delle varie rimodulazioni del piano. Lacune facilmente ravvisabili anche sui dati sullo stato di avanzamento dei singoli progetti. Carenze che di fatto non permettono alcuna seria azione di monitoraggio.

“Anche con i pochi dati a disposizione – si legge nella nota di Openpolis – risulta evidente come la realizzazione pratica della maggior parte degli investimenti sia ancora molto indietro. Questo non può che rappresentare un campanello d’allarme visto che il tempo inizia a scarseggiare. Infatti anche diversi esponenti autorevoli del mondo accademico stanno iniziando a paventare il rischio che l’Italia possa perdere una parte dei fondi assegnati. Secondo gli economisti Gustavo Pica e Gaetano Scognamiglio, ad esempio, attualmente il nostro Paese riesce a spendere circa 1,5 miliardi al mese. Questo significa che a fine 2026, a meno di una forte accelerazione, l’Italia avrà erogato al massimo un centinaio di miliardi. Poco più della metà delle risorse assegnate al nostro Paese”.

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