Piano Neet, la ministra Dadone firma il decreto: “Dobbiamo riuscire a coinvolgere i ragazzi”. Sardegnagol: “Su Pnrr vincolare Regioni ed enti territoriali verso una sostanziale programmazione partecipata delle organizzazioni giovanili”.
La ministra per le politiche giovanili Fabiana Dadone, ha firmato il decreto congiunto con il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, contenente il piano strategico denominato “Piano NEET”, finalizzato a ridurre l’inattività dei/delle giovani italiani/e attraverso un processo di innovazione degli attuali strumenti operativi, primo tra tutti Garanzia Giovani, il rafforzamento degli Sportelli Giovani nei Centri per l’Impiego e una maggiore promozione dei programmi europei gestiti dall’Agenzia Nazionale dei Giovani, quali Erasmus+ e Corpo europeo di Solidarietà.
“Dobbiamo riuscire a coinvolgere i ragazzi – ha dichiarato la ministra per le politiche giovanili -, fare emergere le loro posizione e provare ad “agganciare” i ragazzi, spronandoli anche con azioni concrete. Abbiamo predisposto un tour nelle le maggiori città italiane – continua il Ministro – per raggiungerli nella loro confort zone, metterli a conoscenza dei progetti e delle iniziative. Vogliamo raccontarli che l’Italia è un paese per giovani che offre la possibilità ad ognuno di loro la possibilità di realizzarsi”.
Un fenomeno che in Italia, vede circa 2,1 milioni di persone inattive (dati Istat 2020). L’ultimo dato Eurostat, ancora, riferito ai Neet, colloca l’Italia nella posizione peggiore tra gli stati dell’Unione, con una incidenza di Neet tra i 20 e i 34 anni superiore di circa 12 punti percentuali rispetto alla media europea (29,4% contro 17,6%). In un recente lavoro d’indagine dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, ancora, è emerso che tra le principali difficoltà della progettazione per i Neet c’è il loro aggancio. Molti non conoscono i progetti indicati, come ad esempio Garanzia Giovani, oppure non vi aderiscono in quanto stanno già svolgendo attività di lavoro in nero. La scuola è inoltre considerata poco utile per quanto riguarda l’orientamento al lavoro.
“Ci sono moltissimi fondi e buone pratiche in Italia – prosegue la Dadone -, ma sono frammentati sul territorio. Probabilmente non basterà solo varare sulla carta un piano, si dovrà riuscire a calarlo sui territori. Fare rete è la cosa più complicata, ma credo che sia importante far sedere tutte le parti al tavolo e domandarsi come andare ad agganciare questi ragazzi”.
Nel corso del webinar, organizzato dall’Osservatorio per i Giovani dell’Istituto Toniolo, alla nostra domanda sulla previsione dell’obbligo di coinvolgimento per le Regioni e gli altri enti locali nella pianificazione delle attività progettuali inserite nel Pnrr rivolte ai giovani e alle politiche giovanili, da parte della ministra non c’è stata alcuna risposta. Cosa osta vincolare, in virtù di una prescrizione di pura natura amministrativa, le Regioni e gli altri enti territoriali verso una migliore e più sostanziale programmazione partecipata degli interventi destinati all’inclusione dei giovani? Ministra Dadone attendiamo una risposta!
foto http://www.giovani.gov.it