Piano Invasi, Christian Solinas: “Sardegna discriminata”.
“Riteniamo discriminanti i criteri di ripartizione delle risorse individuati dal Governo per gli investimenti nel settore idrico, che a nostro avviso non tengono conto delle peculiarità della Sardegna rispetto alle altre regioni e soprattutto a quelle il cui fabbisogno idrico è nettamente inferiore rispetto a una regione come la nostra, che dipende per il 74,55% da bacini artificiali e sbarramenti alti fino 112 metri. Per questo motivo la Regione sarda chiede ancora una volta che vengano rivalutati i criteri di ripartizione delle risorse, su cui già abbiamo espresso parere contrario per via giudiziaria attraverso il Ricorso presentato qualche mese fa”. Lo dichiara il Presidente della Regione Christian Solinas, la cui posizione, già espressa nei mesi scorsi, è stata ribadita dall’Assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia nel corso della videoconferenza sul Piano invasi organizzata dalla struttura dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, MIT, a cui hanno partecipato le regioni, l’Autorità di regolazione per Energia, Reti e Ambiente, Arera, e tutti i soggetti che operano nel mondo dell’acqua (per la Sardegna, insieme all’Assessorato dei Lavori Pubblici, era presente l’Autorità di distretto idrografico della Sardegna, Adis).
Attraverso il Piano nazionale degli interventi nel settore idrico verranno programmati 540 milioni di euro (programmazione 2020-2029) destinati alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e al potenziamento delle infrastrutture idriche, comprese le grandi dighe. La Regione Sardegna concorda con il Governo circa l’importanza degli interventi nel settore idrico che, anche alla luce delle ingenti risorse che potranno arrivare dall’Unione Europea tese a riformare le economie europee, ritiene uno degli asset strategici nei prossimi anni, ma considera inadeguati sia i parametri individuati e sia i criteri di ripartizione delle risorse. “Avendo ben chiara la nostra situazione, la domanda crescente del bene acqua e la strategicità delle infrastrutture idriche per la nostra Isola – continua Frongia – non possiamo accettare che la Sardegna non abbia accesso alla linea di finanziamento che il Governo si appresta ad approvare in maniera equa rispetto alle altre regioni. Si va verso una programmazione unitaria sia in termini di annualità e sia di settore che riteniamo penalizzante e iniqua. La Sardegna essendo un’Isola non ha interconnessioni con la terraferma, è una Regione a Statuto Speciale ed è ultima nella classifica che tiene conto del livello infrastrutturale: tre elementi che lo Stato non può ignorare”.