Piano Casa: il Consiglio approva il Dl 108. Maria Laura Orrù: “Scelta che produrrà notevoli costi per la collettività”.
Al termine dell’aspro scontro andato in scena nelle ultime settimane, tra le forze di maggioranza e dell’opposizione, oggi il Consiglio regionale ha approvato, con 31 voti favorevoli, 19 contrari e un astenuto, il DL 108/A inerente il Piano casa.
Una discussione, consumatasi nella massima Aula della Sardegna, su una materia di “indubbia rilevanza per lo sviluppo di lungo periodo dell’Isola”, come ricordato dalla consigliera regionale del gruppo dei Progressisti, Maria Laura Orrù.
Maria Laura, cosa cambierà con l’approvazione del Dl 108 rispetto a quanto previsto dalle norme vigenti?
Premetto che ho seri dubbi sulla longevità di questa legge: in primo luogo perché si poggia sulla L. n. 8 del 2015, una legge temporanea che era stata prorogata dal Legislatore fino all’approvazione della legge urbanistica, cosa che non rappresenta il Dl 108, nonostante si sia fatto passare il testo come una specie di legge urbanistica. Per quanto riguarda i cambiamenti, emergono delle criticità, a partire dalle costruzioni nell’agro dove, per effetto del Dl, vengono a mancare i precedenti requisiti soggettivi, permettendo anche a chi non svolge l’attività di imprenditore agricolo di poter realizzare una struttura su un terreno rurale riducendo, inoltre, l’antecedente requisito minimo dei 3 ettari a un ettaro. Basterà, quindi, un solo ettaro di terreno per poter costruire, ponendo, così, un grande problema in termini di frammentazione dei fondi con la conseguente diffusione nel territorio di costruzioni a macchia di leopardo senza alcuna visione strategica e che potrebbe creare, nel medio periodo, notevoli costi per la collettività perché è chiaro che con le nuove costruzioni nell’agro i cittadini chiederanno ai comuni nuovi servizi e sottoservizi, come, giusto per fare pochi esempi, la raccolta della spazzatura e il servizio pubblico locale. Ancora, attraverso il Dl 108, si va verso una grande disincentivazione per l’approvazione degli strumenti urbanistici – PUC e adeguamenti dei PUC – da parte dei comuni, fondamentali per dettare le linee di sviluppo del territorio. Andando in deroga su questo aspetto senza preoccuparsi degli strumenti urbanistici si rischia di lasciare al singolo comune la facoltà di dettare le linee di sviluppo di un intero territorio: un problema di non poco conto…
Inoltre, il Dl 108 introduce l’abitabilità dei seminterrati per tutte le zone, senza la previsione di alcun divieto nelle aree più a rischio: dovendo fare un esempio, si considera il rischio del seminterrato del quartiere Castello allo stesso modo di uno localizzato nella Municipalità di Pirri che, come risaputo, è stata teatro di numerosi disastri. Pensare di rendere abitabili i piani seminterrati potrebbe, quindi, mettere a rischio la vita dei cittadini.
Ancora, tra i punti controversi del Dl 108, ricordo l’incremento volumetrico fino al 50%, una specie di mercato della premialità senza regole, peraltro consentendo ampliamenti nelle zone vincolate, come le zone F (turistiche), dimenticando, però, che il Ppr è uno strumento sovraordinato che non può essere superato con una legge ordinaria, come sta facendo l’attuale maggioranza in Consiglio.
Una legge, quindi, scritta male e di difficile applicabilità che metterà in crisi i professionisti e i funzionari comunali che dovranno concedere le autorizzazioni.
Il percorso di approvazione del Piano casa ha registrato una certa fibrillazione all’interno della maggioranza e, come dichiarato dallo stesso consigliere Giorgio Oppi dell’UDC-Cambiamo, “in questo testo ci sono interessi particolari”. Il Dl 108 così com’è stato approvato dove non tutelerebbe l’interesse della collettività?
E’ palese che il testo non è stato scritto per risolvere questioni globali ma appare costruito più come un puzzle costruito sulle istanze arrivate ai singoli consiglieri di maggioranza. Questo modus operandi rappresenta il peggior modo di legiferare, specialmente in una materia delicata come quella urbanistica: una legge, invece, che dovrebbe tradurre una visione strategica di insieme dell’isola per portarla verso una visione matura di sviluppo, invece che assecondare gli interessi particolari di alcuni, determinando, così, conseguenze molto gravi per il reale beneficio della comunità. Un percorso, riprendendo la domanda, dove mi sarei aspettata un Piano casa capace di declinare, in chiave sarda, l’introduzione dell’ecobonus del 110%, capace di agevolare uno sviluppo sostenibile, il rispetto dell’ambiente e di migliorare le prestazioni e contestualmente, aumentare il valore del patrimonio immobiliare. Trattandosi di Piano casa, ancora, mi sarei aspettata un confronto sul grande tema del diritto all’abitazione, dato che nell’Isola sono numerose le persone che non possono permettersi una casa. Un processo legislativo, infine, dove è emersa l’assenza di una visione strategica di insieme e del coinvolgimento dei portatori d’interesse presenti nell’Isola, le cui audizioni in Quarta commissione si sono svolte con troppa sbrigatività, tale da inficiare la qualità della discussione pubblica su una materia così complessa.
Alla luce dell’esistenza della legge n. 8 del 2015 perché non si è deciso di prorogare il Piano casa in vista dell’elaborazione di un testo organico in materia urbanistica?
Ricordo le dichiarazioni dell’assessore all’Urbanistica, Quirico Sanna, che all’inizio della Legislatura aveva affermato che “in sei mesi si sarebbe chiusa la legge urbanistica”. Affermazioni che si sono disattese da sole. E’ chiaro che quando si governano processi difficili attraverso una politica basata su slogan e propaganda, viene meno la qualità dell’azione di Governo. Sono, infatti, venuti a mancare diversi passaggi, tra i quali il coinvolgimento attivo dei portatori d’interesse, una interlocuzione con il Governo centrale, con le forze politiche locali, gli Enti locali e, cosa più importante, con i/le cittadini/e della Sardegna. La legge urbanistica per la sua complessità dovrebbe essere considerata, invece, come un grande palcoscenico dove ci si confronta e “dove si mettono insieme i pezzi”. Cosa che questa maggioranza non ha saputo fare. Scelta che produrrà notevoli costi per la collettività, poiché la legge approvata oggi, con molta probabilità, verrà impugnata, esponendo così i comuni sardi a dover pagare ingenti danni.
In una parola, come riassumeresti il Dl 108?
Irrispettoso!