Peste suina africana, Roberto Deriu: “La Regione assicuri la continuità operativa dell’unità di progetto”.
“Da circa 26 mesi in Sardegna non si hanno più notizie di maiali e cinghiali infettati dalla Peste suina africana. Eppure, nonostante i numeri più che rassicuranti, l’Isola resta nel banco dei cattivi, la zona 3, quella più penalizzata per il commercio. Sembra che per la Regione non sia una priorità premere su Bruxelles perché certifichi la vittoria sulla peste”. A dirlo è Roberto Deriu, consigliere regionale del Partito Democratico in merito allo stato di attuazione della politica di eradicazione della PSA dalla Sardegna ed il rilancio della suinicoltura isolana.
“La situazione è grottesca – spiega Deriu – visto che la condizione epidemiologica è già talmente favorevole da poter garantire nell’immediato il riconoscimento della Sardegna come zona in cui la malattia è stata già eradicata, almeno dai suini domestici. Un riconoscimento che consentirebbe di avviare un programma di rilancio del settore suinicolo dalle grandi potenzialità e ormai in ginocchio”.
“Noi sul tema siamo intervenuti per tempo – prosegue il consigliere dem –, addirittura già nel maggio del 2019 avevamo chiesto che la Regione proseguisse con le attività già intraprese nella precedente legislatura, poi nel novembre successivo avevamo chiesto che venisse fornito all’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina africana ogni supporto necessario al fine di portare a termine la propria missione”. Ma così non è stato, considerato che i vertici dell’UdP non sono più al loro posto, nonostante i dati emersi nel corso degli ultimi anni indichino come le attività di eradicazione attuate in Sardegna da parte dell’UdP siano state straordinariamente efficaci.
“Già nei mesi scorsi – aggiunge l’esponente del PD – avevamo evidenziato che le dimissioni da parte dei vertici dell’Unità di Progetto, per via delle difficili condizioni di lavoro, rischiavano di compromettere il brillante lavoro svolto in questi anni. La giunta regionale, però, ci ha ignorato non garantendo loro il supporto necessario. E ora l’Unione Europa ha riconfermato le restrizioni, con le carni sarde che restano nell’Isola e a nulla sembra siano serviti i sacrifici e le migliaia di capi abbattuti”.
“Per questo motivo è necessario assicurare la funzionalità operativa dell’UdP, ma anche porre in essere una forte azione politica verso il governo nazionale e la commissione europea per richiamare l’attenzione sui risultati fin qui ottenuti, rivendicando il diritto dell’Isola a essere riclassificata nel regolamento Ue e reinserita nel contesto dei mercati europei. Non agire con celerità – conclude Roberto Deriu – vorrebbe dire disperdere i risultati di una lotta portata avanti dal 2014 ad oggi”.
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