Per la seconda edizione di Talent Up solo 39 domande di partecipazione. Flop o buona pratica dell’Aspal?

Dalle circa 100 domande pervenute per partecipare alla prima edizione del programma Talent Up Sardegna, il dato sulla nuova annualità del ‘percorso’ per giovani aspiranti imprenditori dell’innovazione promosso dall’Aspal Sardegna e dal Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) composto principalmente da Fondazione Giacomo Brodolini S.r.l. – mandataria – e da Primaidea S.r.l., dovrebbe far impallidire le ‘alte’ cariche dell’Ente regionale delle Politiche attive del lavoro circa il successo del secondo avviso e, contestualmente, sulla performance delle attività comunicative legate alla promozione del programma tra gli/le aspiranti startuppers sardi/e. Al termine della selezione, infatti, sono risultate ammissibili 35 domande, 2 quelle escluse, mentre 2 candidati sono stati ammessi con riserva. Non sarà, quindi, un problema l’accesso alla fase Pre-treatment per tutti i candidati/e, visto l’art. 8 dell’avviso Talent Up 2021, dove – forse troppo ottimisticamente – era stata prevista dall’Aspal l’ammissione di massimo 60 partecipanti.

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Un risultato, guardando al pregresso, che non dovrebbe sorprendere più di tanto. Come, d’altronde, non meraviglia fin qui l’assenza di autocritica da parte degli organizzatori alla luce del numero di domande pervenute. Come mai ‘il progetto altamente sfidante’, come definito in più occasioni da qualche nuova dirigente dell’Aspal, non è stato compreso? Sarà sempre colpa della scarsa vocazione imprenditoriale dei/delle giovani sardi/e?

Come giustificare la scarsa partecipazione all’avviso alla luce della possibilità offerta dal programma per gli ‘aspiranti’ giovani imprenditori sardi di formarsi all’estero ed entrare in contatto con i nuovi ecosistemi dell’innovazione e ‘contaminarsi’ (forse) con altri aspiranti talentupper sardi?

E’ possibile ravvisare in questa narrazione qualche errore compiuto nella precedente edizione? Che cosa si sa del successo imprenditoriale dei/delle 27 giovani partecipanti della prima edizione? Può considerarsi sufficiente il sostegno offerto dagli enti locali coinvolti nel programma Talent Up – Centro di programmazione regionale, Sardegna Ricerche, Aspal – nella fase back del programma Talent Up? Quali mirabolanti iniziative, infatti, sono state attivate dalla Regione Sardegna dopo l’oneroso percorso formativo all’estero per aiutare i/le giovani aspiranti imprenditori/trici senza risorse proprie ad aprire un’attività? Sarà vero, come spesso affermato da qualche dirigente dell’Aspal, che l’apertura di 2-3 iniziative imprenditoriali su 27 sia da considerarsi un successo?

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Escludendo l’estemporanea formulazione dell’avviso per l’erogazione di 5mila euro (lordi) per la ‘validazione’ dell’idea di impresa destinato ai partecipanti alla prima edizione del programma, cosa è stato fatto per sostenere l’insediamento dei ‘talenti’? Cosa dire, ancora, delle difficoltà logistiche – specialmente per quanto concerne la questione fideiussione collegata all’erogazione del voucher ai/alle partecipanti – riscontrate nel corso della fase formativa negli Stati Uniti?

Andando oltre la narrazione ‘perfettistica’ dell’operato delle alte sfere del Cpr, Sardegna Ricerche e dell’Aspal, può Talent Up essere considerata una buona pratica? Guardando all’implementazione e al supporto offerto nella fase ‘back’ risulta difficile dare un giudizio positivo. Riflettendo, infine, sull’analisi quantitativa delle domande ricevute per il secondo avviso un po’ di autocritica sarebbe a dir poco auspicabile dalle parti di via Cesare Battisti e via Is Mirrionis.

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