Peasi terzi e concorrenza sleale, Pineda: “Serve compensazione su importazioni agricole”.

Dallo scorso 10 ottobre 2016 è in vigore l’accordo di partenariato economico (APE) tra l’UE e cinque paesi dell’Africa orientale e meridionale, in base al quale l’UE consente l’accesso in esenzione doganale al 100% a tutte le importazioni dai Paesi interessati.

Una intesa dannosa per i produttori europei, secondo José Manuel Pineda Marín, eurodeputato del gruppo “La Sinistra”, in particolare per quelli che “aderiscono a standard più elevati rispetto agli omologhi africani”.

“Molti dei prodotti in questione – spiega Pineda – violano apparentemente le norme sull’uso dei prodotti fitosanitari stabilite dalla direttiva 91/414/CEE. Condizione aggravata dal fatto che, dall’entrata in vigore di un accordo concluso nel maggio 2023, il grano ucraino può essere portato in Ue senza nessuno dei limiti o delle tariffe fissati per le importazioni da Paesi terzi nell’UE. Inoltre – conclude l’eurodeputato spagnolo – viene prodotto a un costo molto inferiore a quello del grano europeo e i nostri coltivatori sono costretti a vendere in perdita”.

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Dovute, quindi, le compensazioni per gli agricoltori europei, vessati dai danni prodotti dalla concorrenza sleale proveniente dai Paesi non Ue, alcuni dei quali opernati in palese violazione della direttiva 91/414/CEE.

Dopo aver risposto ad un’altra interrogazione dello stesso tenore, il commissario Janusz Wojciechowski ha, però, garantito che la Commissione sta “monitorando attentamente i mercati agricoli e che la produzione nazionale di alcuni Paesi Ue “non è sufficiente a soddisfare i propri bisogni”.

In merito alla concorrenza sleale causata dall’importazione di prodotti dai Paesi terzi, l’esponente della Commissione von der Leyen, ha poi evidenziato che esistono i”clausole di salvaguardia nel caso in cui le importazioni causino gravi lesioni all’industria europea: “Gli strumenti di difesa commerciale dell’UE possono contrastare le pratiche di dumping o dei sussidi alle importazioni che danneggiano i produttori dell’UE. Qualsiasi industria dell’UE danneggiata da importazioni commercializzate in modo sleale può chiedere consiglio alla Direzione generale del Commercio”.

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