PE: risoluzione sulla disinformazione e le interferenze elettorali straniere.

Contrastare fake news e l’interferenza elettorale dei Paesi stranieri. Questo l’obiettivo della risoluzione non legislativa adottata giovedì dal Parlamento europeo, con 469 voti favorevoli, 143 contrari e 47 astensioni. Un provvedimento che nasce per combattere queste minacce per le democrazie europee e che avvantaggia i movimenti anti-UE e le forse estremiste e populiste. Soltanto nel 2019 sono stati ben 998 i casi di disinformazione attribuiti alla Russia.

La risoluzione evidenzia che l’interferenza di Paesi stranieri nelle elezioni nazionali e europee è ormai sistematica e principalmente si realizza attraverso finanziamenti illeciti ai partiti politici, campagne di disinformazione sui social media, attacchi hacker contro infrastrutture elettorali critiche o sostegno finanziario diretto e indiretto ad attori politici. Nonostante la maggioranza dei Paesi UE abbia vietato, in tutto o in parte, le donazioni estere ai partiti politici e ai candidati, alcuni attori stranieri riescono a eludere le leggi e a offrire sostegno ai propri alleati.

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Come nel caso del Partito della libertà austriaco e della Lega per Salvini Premier, casi denunciati da Der Spiegel, Süddeutsche Zeitung e da Buzzfeed e L’Espresso, oltre alle denunce della stampa britannica a proposito della campagna Leave.EU.

Nella risoluzione si evidenza, inoltre, l’aumento della propaganda russa, definita come la principale fonte di disinformazione in Europa, specialmente mirata a minare la sovranità di tutti i Paesi candidati all’adesione all’UE nei Balcani occidentali e nei Paesi del partenariato orientale. I casi di fake news attributi a fonti russe sono infatti più che raddoppiati dal gennaio 2019 (998) rispetto allo stesso arco di tempo nel 2018 (434). 

Per contrastare queste problematiche il Parlamento europeo ha chiesto che la task force East StratCom, istituita nel 2015, sia potenziata e riceva una maggiore dotazione finanziaria. Ancora che la proprietà dei principali social media cooperi nella lotta contro la disinformazione, senza compromettere la libertà di espressione, mentre l’UE dovrebbe elaborare un quadro giuridico che possa far fronte alle minacce ibride (attacchi informatici e disinformazione).

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L’UE si occupa attivamente di disinformazione da quando è stata istituita la Task Force East StratCom nell’ambito del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), con l’obiettivo di comunicare correttamente le politiche e le decisioni dell’UE ai vicini Paesi orientali. Nell’ottobre 2018, prima delle elezioni europee, Facebook, Google, Twitter e Mozilla hanno aderito al Codice di condotta (dal 2019 anche Microsoft), accordandosi volontariamente su standard di autoregolamentazione per combattere la disinformazione. Nel dicembre 2018, la Commissione europea ha pubblicato un Piano d’Azione contro la Disinformazione.

Un intervento tempestivo ma che evidenzia le preoccupazione dell’Unione Europea per l’argomento viste anche le elezioni che si svolgeranno nei prossimi 13 mesi in europa. Saranno, infatti, più di 50 le elezioni che si svolgeranno negli Stati membri, tra elezioni presidenziali, nazionali, locali o regionali.

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foto Laurie Dieffembacq © European Union 2020 – Source : EP

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