Patto di Stabilità. Marco Zanni: “Violazione delle regole da parte della Francia”

Il famoso tetto del 3% del deficit è un dogma soltanto per alcuni Paesi membri dell’UE? In una recente interrogazione l’eurodeputato del gruppo Identità e Democrazia, Marco Zanni ha chiesto alla Commissione di fare luce sullo sforamento del tetto del 3% adottato dallo Stato francese: “Nell’aggiornamento al programma di stabilità finanziaria pubblicato il 27 settembre 2019, la Francia ha messo nero su bianco che non rispetterà le aspettative di riduzione del debito strutturale prevedendo uno 0% per il 2020″.

“La Francia ha attuato un aggiustamento strutturale ben al di sotto di quanto previsto dalle regole negli ultimi anni, e dal 2008 la Francia ha sforato per 9 volte il tetto del 3 % del deficit, senza che sia stata mai adottata alcuna sanzione nei suoi confronti. Il Presidente Juncker aveva in passato giustificato le deroghe concesse alla Francia con le parole “perché è la Francia”. Questo atteggiamento ha rafforzato la percezione che le regole di bilancio siano applicate dalla Commissione con pesi e misure diverse a seconda del Paese e del colore politico del governo sotto osservazione”.

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L’eurodeputato italiano ha poi chiesto alla Commissione come intende valutare lo scostamento francese e se saranno superati i rigidi parametri numerici di bilancio, nel quadro di un’ampia revisione delle regole fiscali valida per tutti gli Stati membri.

Paolo GentiloniPer la Commissione von der Leyen ha risposto il Commissario europeo Paolo Gentiloni: “La Commissione applica le disposizioni del patto di stabilità e crescita allo stesso modo in  tutti i Paesi. La Francia è soggetta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, che  impone agli Stati membri di garantire sufficienti progressi verso i propri obiettivi di bilancio a medio termine. Inoltre, poiché il rapporto debito pubblico/prodotto interno lordo supera il valore di riferimento del 60%, la Francia deve anche compiere progressi sufficienti verso la conformità con il parametro per la riduzione del debito. Nel parere del 20 novembre 2019, la Commissione ha concluso che il documento programmatico di bilancio 2020 della Francia rischia di non essere conforme alle disposizioni del patto. In particolare, la Commissione prevede un rischio di deviazione significativa dall’avvicinamento richiesto all’obiettivo di bilancio a medio termine per il 2019 e per il 2020 e progressi insufficienti verso la conformità con il parametro per la riduzione del debito per questi  stessi anni. Nella primavera 2020, quando saranno disponibili i dati di consuntivo, la Commissione valuterà se nel 2019 la Francia ha rispettato le regole di bilancio dell’UE. Come previsto dalla normativa, all’inizio del 2020 la Commissione presenterà il riesame delle riforme della governance economica europea introdotte con il “six pack” e con il “two pack”. Il riesame fornirà l’occasione di tenere un dibattito sull’esperienza acquisita nell’applicazione del quadro di sorveglianza di bilancio e di valutare l’eventuale necessità di miglioramenti”.

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foto europarl.europa.eu

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