Patente d’immunità: per milioni d’italiani il rischio di un 2021 in lockdown.
La proposta di istituire un lasciapassare che consenta a chi è immunizzato di tornare a una vita senza restrizioni venne formulata per la prima volta all’inizio dell’emergenza pandemica. L’idea, alla quale dedicammo un approfondimento, venne presto accantonata sulla base di un’elementare considerazione: se attuata milioni di persone si sarebbero infettate intenzionalmente al solo scopo di riguadagnare la propria libertà.
Con l’avvio della campagna vaccinale la proposta è tornata in auge. La sta prendendo in considerazione il governo, l’hanno invocata le organizzazioni del settore turistico, l’ha fatta propria la Conferenza delle Regioni, l’hanno rilanciata numerosi giornali.
In uno dei suoi interventi settimanali al TG de la7 la giornalista Milena Gabanelli ha invocato una legge che <<allenti le restrizioni per chi è immunizzato, avendo contratto il virus o essendo stato vaccinato . Altrimenti la prospettiva per loro sarebbe spararsi in bocca>>. Se avessimo condotto il TG al posto di Mentana le avremmo domandato quale prospettiva la sua proposta riservava ai non immunizzati; forse un bonus governativo per l’acquisto di una pistola?
Come è noto, affinché il vaccino produca l’immunità di gregge è necessario che venga inoculato nel 70% della popolazione. Il governo ha affermato che tale soglia, << se tutto andrà bene>>, verrà raggiunta nel mese di ottobre. Indossiamo per un momento gli abiti della ‘bimba di Conte’ e prendiamo per buona l’affermazione.
In caso di introduzione della patente d’immunità che ne sarà di quei milioni di italiani che non hanno contratto il virus e (<< se tutto andrà bene>>) dovranno attendere l’autunno per ricevere il vaccino? Vogliamo costringerli al lockdown permanente mentre il resto della popolazione torna a una vita normale fatta di relazioni sociali, lavoro, tempo libero?
Lasciando da parte eventuali rilievi di carattere costituzionale, che peraltro non interessano al governo, vogliamo realmente un’apartheid sanitaria che condanni alla segregazione chi non è immunizzato al covid 19?
Si tratta di un quesito che andrebbe obbligatoriamente posto ogni volta che si propone l’introduzione di una patente d’immunità. Specie se, sommando all’inefficienza del governo quella delle Regioni, la previsione del 70% di vaccinati entro ottobre si rivelasse corretta nel mese ma non nell’anno.