“Partecipo e conto”. La regione Sardegna continua a sbagliare sui giovani.
In una regione dove sono spariti da tempo i siti internet istituzionali per i giovani (Ilaria Portas si informi prima di mandare comunicati stampa sulla presunta competenza del Governo dei migliori) e dove anche per una notizia sul sito della Regione Sardegna si usano foto di repertorio sui giovani non originali (mancano le basi anche sui piccoli dettagli), non dovrebbero sorprendere i toni trionfalistici per l’ennesima “operazione fallimentare” per i giovani sardi.
Dopo aver destinato risorse pubbliche senza la minima apertura di un tavolo di co-programmazione con i giovani e le organizzazioni beneficiarie qualificate nell’Isola, la Giunta Todde, in perfetta linea di continuità con la “sfigatissima” legislatura Solinas (e precedenti per dovere di cronaca), prosegue con il solito approccio politico autoreferenziale e tokenista, già confermato, d’altronde, con il progetto “START: giovani e impresa”, che ha visto i “cervelloni” dell’Esecutivo regionale proseguire nella allocazione di risorse senza il minimo slancio sinergico verso i beneficiari finali: ricordiamolo, i giovani sardi.
A confermare tale impostazione escludente e non inclusiva verso i giovani sardi, l’approvazione dell’ultima programmazione triennale 2024-2026 da parte della Giunta regionale che, in sintesi, ha dato il proprio via libera agli interventi inseriti all’interno del progetto “Partecipo e Conto”. Una progettualità decisa senza il minimo coinvolgimento dei giovani e delle organizzazioni giovanili nell’Isola. D’altronde, perchè pensare alla sinergia e a migliorare le politiche locali, quando si può facilmente abdicare al proprio ruolo politico e, con un colpo di penna, dare il via a politiche di scarso impatto e non sinergiche? E meno male che il dialogo e l’ascolto dovevano essere le caratteristiche fondamentali del mandato Todde…
Si va, quindi, verso l’annunciato fallimento anche di questa nuova programmazione (escludente), dopo il progetto “Giovani VISPI” (finanziato anche dalla maggioranza Todde all’interno dell’ultima porcata dell’approvazione della variazione di bilancio) e del progetto “START: giovani e impresa” del quale, ad oggi, si sà poco e niente.
Irritante, alla luce del metodo adottato dalla Giunta Todde, sentire quindi l’assessora Ilaria Portas parlare di “inclusione dei giovani nella vita sociale e politica dei territori”. Ma di cosa sta parlando assessora? Come pensate di avere successo con l’approvazione di interventi per il coinvolgimento dei giovani se si continua ad adottare un metodo di lavoro calato dall’alto senza la minima analisi dei bisogni e l’apertura di un tavolo di co-programmazione su tali interventi? Provando ad andare oltre la coltre di autoreferenzialità e incompetenza del suo Esecutivo, non reputa che si sta continuando a sbagliare il tiro affidando tali iniziative a “società di servizi specializzate in attività di animazione e tutoraggio per le autonomie scolastiche?”.
E ancora, a cosa servono i meccanismi ex-post per la co-progettazione capaci di “valorizzare il rapporto tra giovani e territori” a giochi e politiche già decise? Credete che i/le giovani sardi/e siano così imbecilli e smaniosi di partecipare all’ennesima iniziativa calata dall’alto?
Su una cosa, però, siamo tutti d’accordo signora Portas: la disaffezione dei giovani sardi verso le occasioni istituzionali, continua a crescere in maniera esponenziale. E con tali politiche non potrà che aumentare.
Si continua, nel frattempo, a promuovere la Carta giovani (santo cielo!), ad avvicinare i giovani “alla cultura del mare e alla protezione dell’ambiente marino” e a sostenere “eventi, convegni, pubblicazioni, incontri di studio, campagne di comunicazione ed altre iniziative istituzionali” affidate alle istituzioni pubbliche e alle organizzazioni private collegati ad iniziative cofinanziate dal Fondo per le politiche giovanili. Insomma, il sistema va protetto. Meno, invece, il diritto di partecipazione dei giovani sardi, ai quali, secondo questo impianto tokenista, sarà concesso di esprimersi solo attraverso l’ausilio delle istituzioni scolastiche.
Che strano concetto di libertà e partecipazione dal basso si respira, quindi, dalle parti dell’Esecutivo Todde…
Nulla da dire, invece, sulla striminzita analisi di contesto elaborata dalla Regione Sardegna a sostegno della “programmazione triennale”. 3 righe e mezzo che evincono una non completa comprensione del problema. Stesso appunto si potrebbe fare anche per la strategia regionale allegata al testo dell’allegato della delibera della Giunta regionale. Anche qui, 3 righe e mezzo, quasi a voler confermare l’esigenza di togliersi in fretta (e dalle palle) l’incombenza della compilazione dell’allegato relativo alla programmazione triennale per i giovani sardi. Che pena!
Questi 2.126.072,47, probabilmente, si potevano spendere meglio, senza contare che tutte le azioni indicate nel cronoprogramma Gantt sono unite dal minimo comune denominatore della generalità. Un lavoro mediocre che non sarebbe stato approvato neanche dall’ultimo degli uffici comunali. Altro che coinvolgere e sostenere lo sviluppo critico dei giovani sardi!