Partecipazione giovanile: in Emilia si celebra il protagonismo delle “nuove generazioni”.
Mentre in Sardegna (come confermato puntualmente ad ogni conferenza stampa), le istituzioni continuano a produrre disinformazione sugli interventi per i giovani, a partire dalla Giunta regionale e fino ad arrivare al Comune di Cagliari, in Emilia-Romagna si celebra, invece, la gioventù e la sua partecipazione alla vita della comunità, partendo da una riflessione sull’uso degli spazi civici nelle città, sull’impiego dei fondi del Pnrr (sul quale nessuno è ancora intervenuto per stigmatizzato i pessimi interventi per i giovani) e sul diritto all’abitare.
Una regione, quella Emiliana, dove i giovani contano. Assunto che sarà ribadito nel prossimo festival “Presente! Per un futuro partecipato”, in programma a Bologna dal 22 al 24 settembre.
Fitto il calendario di laboratori, presentazioni e incontri che animeranno la kermesse, dove il focus sarà tutto incentrato sulla partecipazione giovanile, sull’amministrazione condivisa dei beni comuni e monitoraggio civico dei fondi Pnrr. Aspetto, quest’ultimo, non molto compreso dalle parti dei promotori del “salvifichismo” collegato al pessimo Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sapzio, ancora, per discutere sul ruolo di cittadini e associazioni nell’emergenza post catastrofe dopo l’alluvione di maggio, welfare di comunità, transizione digitale e ambientale, le esperienze in Italia per contrastare le disuguaglianze educative.
Temi anni luce dalla “piccola” comunità civile sarda, sempre più a corto di argomenti e ambizioni.
Secondo la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, Emma Petitti, “la partecipazione è la chiave per costruire una comunità informata e consapevole. Crediamo che i cittadini debbano essere ‘parte attiva’ nell’elaborazione delle politiche pubbliche e nel momento di adottare scelte strategiche”.
Nel corso del festival bolognese, inoltre, saranno analizzati circa 100 progetti costruiti sulle esperienze dirette dei territori per riflettere sull’attualità dei principi della Carta regionale della Partecipazione. Esperienze concrete che partendo dalla partecipazione come modalità di lavoro abituale tra amministrazione, forze sociali e cittadini hanno toccato diversi settori: dalla rigenerazione urbana all’inclusione sociale, dalla sostenibilità ambientale alla cura dei beni comuni, al miglioramento della mobilità urbana fino alla cura delle fasce più deboli della popolazione.
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