Parlamento: “No all’erogazione di fondi del Recovery alla Polonia”.

Piovono critiche dal Parlamento europeo per l’approvazione del Piano di ripresa e resilienza della Polonia da parte della Commissione europea: un piano di circa 35,4 miliardi di euro. Che fine ha fatto la campagna di propaganda della Commissione sulla condizionalità dello Stato di diritto? A chiederselo ieri – con l’approvazione di una risoluzione con 411 voti favorevoli e 129 contrari – gli europarlamentari, secondo i quali le condizioni stabilite dalla Commissione non possono essere ritenute sufficienti e, ancora, che il rispetto dei valori UE è prerogativa imprescindibile per l’erogazione di fondi del Recovery.

I deputati, nel provvedimento, hanno sottolineato ancora una volta le attuali e continue violazioni dei valori sanciti dall’articolo 2 del TUE, tra cui lo Stato di diritto e l’indipendenza della magistratura, ribadendo inoltre che le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) e della Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU), così come preminenza del diritto dell’UE, non possono essere trattati come moneta di scambio.

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Nel testo, in particolare, si esorta il Consiglio ad approvare il PNRR della Polonia solo dopo che il Paese avrà pienamente soddisfatto i requisiti sui conflitti d’interessi e frodi, nonché tutte le raccomandazioni specifiche del semestre europeo nel settore dello Stato di diritto.

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