Parlamento europeo, stop allo sfruttamento dei tirocinanti.

Retribuzione adeguata per tutti i tirocini e maggiore accessibilità per i giovani più vulnerabili. Sembra incredibile ma è quanto è stato chiesto ieri dai Parlamentari europei, rappresentanti, come noto, di una delle istituzioni europee meno accessibili per i giovani tirocinanti, come dimostrato dagli importi proposti per i programmi di tirocinio e il costo, decisamente inaccessibile, della città di Bruxelles. Elementi che possono, di fatto, agevolare esclusivamente i giovani con risorse proprie e residenti nei Paesi UE limitrofi.

Ma, forse con l’obiettivo di voler colmare questo gap, il Parlamento europeo ieri ha esortato la Commissione UE a proporre una legislazione per garantire la qualità dei tirocini. Nel dettaglio è stato chiesto di approvare una direttiva per stabilire standard minimi di qualità per i tirocini, e aggiornare l’attuale Quadro di qualità per i tirocini.

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Una propsota che ha visto ben 404 eurodeputati favorevoli, 78 contrari (complimenti!) e 130 astenuti.

I tirocini dovrebbero essere adeguatamente remunerati (ma davvero?) garantendo, come indicato dalla maggioranza dell’Aula, almeno “la copertura del costo di cibo, alloggio e trasporti”. Insomma, poco più del classico “pane e acqua”.

Proposte di piccolo spessore per un tema così cruciale dal momento che svolgere un tirocinio per un giovane rappresenta un’importante tappa di avvicinamento al mercato del lavoro. Lo stesso Eurobarometro, in una recente indagine, ha rilevato che quattro giovani su cinque (78%) hanno svolto almeno un tirocinio e che per uno su cinque (19%) è stata la prima esperienza lavorativa.

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“Grazie al lavoro che abbiamo svolto noi Verdi europei insieme alle organizzazioni giovanili, il Parlamento Ue ha votato a favore dell’introduzione di una direttiva che renda obbligatoria la retribuzione dei tirocini in tutta l’Unione europea – ha dichiarato l’eurodeputata dei Verdi europei Rosa D’Amato -. Si tratta di una vittoria importantissima per i nostri giovani. Quello che abbiamo chiesto e ottenuto sono criteri minimi di qualità e una remunerazione adeguata per chi svolge un tirocinio durante e dopo gli studi. Il lavoro va pagato, sempre”.

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