Parlamento europeo: “Difendere le istituzioni democratiche”.

Serve maggiore trasparenza e un sostanziale coinvolgimento della società civile nei processi di riforma. Sono queste alcune delle conclusioni contenute nella relazione approvata dal Parlamento europeo (441 i voti a favore, 70 contrari e 71 astenuti), per l’introduzione di sistemi di monitoraggio efficaci a contrasto delle ingerenze straniere sull’attività delle istituzioni europee.

Insomma, i numerosi casi di lobbying a Bruxelles agiti da parte del Qatar, Marocco, Cina, Russia ed Emirati arabi uniti, brucia ancora dalla parti del Parlamento europeo.

Ribadendo il loro “profondo sconcerto” e la loro “condanna per i presunti atti di corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale” che coinvolgono tre deputati al Parlamento europeo in carica, un ex deputato e un assistente parlamentare, i deputati hanno chiesto l’adozione di misure volte a rafforzare le istituzioni dell’UE di fronte a tentativi di ingerenza straniera. Evidenziata, inoltre, le “numerose lacune nelle regole di integrità e trasparenza del Parlamento” e chiesta la riforma del regolamento del Parlamento.

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Gli eurodeputati hanno poi chiesto una revisione in tempi rapidi del codice di condotta che includa sanzioni efficaci. Il codice dovrebbe offrire maggiori tutele agli informatori (whistleblower), inasprire le norme sui conflitti di interesse, le dichiarazioni patrimoniali e la comunicazione dei redditi accessori e includere il divieto di svolgere attività collaterali retribuite da entità coperte dal Registro per la trasparenza.

In aggiunta, pur consapevoli che il dialogo tra i rappresentanti dei gruppi di interesse e i responsabili politici rimane “una parte vitale della democrazia europea”, i deputati hanno dichiarato inaccettabili il ricorso a mezzi inopportuni per esercitare influenza, la corruzione e altri reati.

Paesi come “il Qatar, il Marocco, la Cina, la Russia, gli Emirati arabi uniti, la Serbia e la Turchia, devono essere limitati nelle loro attività d lobbying e dovrebbero essere sospesi i finanziamenti dell’UE e di qualsiasi proposta legislativa o non legislativa in materia di cooperazione con le autorità statali che tentano di interferire con l’azione delle istituzioni europee, con l’eccezione dei finanziamenti destinati alle organizzazioni della società civile, ai media indipendenti e all’assistenza umanitaria.

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Il futuro organismo europeo responsabile delle questioni di etica, ancora, dovrebbe monitorare il rispetto da parte degli ex deputati del periodo di incompatibilità (cooling-off) di sei mesi. Il loro accesso al Parlamento dovrebbe inoltre essere revocato qualora esercitino pressioni sul Parlamento per conto di paesi ad alto rischio. I deputati si rammaricano anche del fatto che la Commissione abbia impiegato così tanto tempo per presentare la sua proposta e che questa manchi di ambizione.

Dopo il voto, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha dichiarato che “le proposte di riforma adottate offriranno soluzioni a lungo termine per contribuire a rafforzare la nostra capacità di impedire agli attori esterni di interferire con il nostro lavoro. Costituiranno la nostra linea di difesa contro i Paesi terzi autocratici che cercano di controllare il processo decisionale europeo e ci aiuteranno a proteggere le nostre società aperte e libere. Completeranno tutte le misure immediate già messe in atto per aumentare l’integrità”.

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A seguito della risoluzione della plenaria del 15 dicembre 2022, la commissione speciale del Parlamento europeo sulle ingerenze straniere, la trasparenza e la responsabilità è stata incaricata di redigere la presente relazione a integrazione della serie di misure adottate e in fase di preparazione presso altri organi del PE.

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