Paradisi fiscali: lista nera UE ‘confusa e inefficace’. Deluse le aspettative dei cittadini per oltre 140 miliardi di euro.
Con 587 voti favorevoli, 50 contrari e 46 astensioni, il Parlamento europeo, attraverso una risoluzione non legislativa approvata oggi, ha chiesto di rivedere i criteri utilizzati per la redazione della lista UE dei paradisi fiscali. Un sistema definito senza mezzi termini dagli eurodeputati come “confuso e inefficace”.
L’elenco UE dei paradisi fiscali, istituito nel 2017, si legge nel testo approvato dal PE, non è stato “all’altezza del suo potenziale in quanto le giurisdizioni che attualmente contiene coprono meno del 2% delle perdite di gettito fiscale a livello mondiale”.
In particolare, tra le proposte di modifica consigliate dai parlamentari europei, dovrebbero essere aggiunti alcuni criteri per garantire che più Paesi vengano considerati dei paradisi fiscali ed evitare che uno Stato venga rimosso dall’elenco troppo rapidamente. Il criterio per giudicare se un sistema fiscale di un Paese sia equo o meno deve essere rivisto e ampliato, per includere ulteriori pratiche e non solo le aliquote fiscali preferenziali. La recente rimozione delle Isole Cayman dall’elenco -dove è applicata una politica di aliquote fiscali dello 0% – rappresenta una prova sufficiente delle mancanze del sistema di valutazione. Tra le altre misure proposte, i deputati chiedono che tutte le giurisdizioni con un’aliquota d’imposta sulle società pari allo 0% o senza imposte sugli utili delle società vengano automaticamente inserite nell’elenco dei paradisi fiscali.
Dopo la votazione, il Presidente della sottocommissione parlamentare per le questioni fiscali, Paul Tang (S&D) ha rimarcato il giudizio tranchant del PE verso i criteri adottati per la redazione della lista nera UE dei paradisi fiscali: “Definendo ‘confuso ed inefficiente’ l‘elenco UE dei paradisi fiscali, il PE dice le cose come stanno. La lista può essere un valido strumento, ma gli Stati membri hanno dimenticato qualcosa quando l’hanno compilata: i paradisi fiscali veri e propri. L’elenco infatti non sta migliorando, sta peggiorando. Guernsey, le Bahamas e ora le Isole Cayman sono solo alcuni dei ben noti paradisi fiscali che gli Stati membri hanno tolto dalla lista. Rifiutandosi di affrontare adeguatamente l’evasione fiscale, i governi nazionali stanno deludendo le aspettative dei loro cittadini per oltre 140 miliardi di euro. Soprattutto nel contesto attuale, ciò è inaccettabile.”
“Per questo motivo – ha aggiunto il relatore – il PE condanna la recente rimozione delle Isole Cayman dall’elenco e chiede maggiore trasparenza e criteri più severi. Inoltre, bisogna anche guardarsi allo specchio: i Paesi UE sono responsabili del 36% dei paradisi fiscali”.
foto Copyright European Parliament 2020: Source EP / Daina Le Lardic