Palestina, Panza: “La Commissione certifichi la reale destinazione dei finanziamenti”.

Lo scorso 7 ottobre, come ormai noto, un massiccio attacco terroristico rivendicato da Hamas colpiva lo Stato di Israele con oltre 5000 razzi lanciati su centri abitati e con attacchi di cellule terroristiche a terra contro la popolazione. In seguito a questo attacco ci sono state differenti reazioni ai massimi livelli delle istituzioni europee, con prese di posizione discordanti e incoerenti sia in seno alla Commissione e fra lo stesso Esecutivo europeo e il Consiglio.

Sullo sfondo, come suggerirebbe una recente interrogazione parlamentare presentata dall’eurodeputato di Identità e Democrazia, Alessandro Panza, mancherebbe una chiara certificazione sui fondi destinati alla Palestina negli ultimi 10 anni.

Dopo 7 mesi è arrivata ieri la risposta del commissario Olivér Várhelyi: “Tra il 2014 e il 2020 l’UE ha stanziato circa 1,571 miliardi di euro, di cui circa il 50% destinato al sostegno finanziario diretto/PEGASE (Mécanisme Palestino-européen de Gestion de l’Aide Socio-économique). Tra il 2020 e il 2024 sono stati assegnati 1,2 miliardi di euro nell’ambito dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale – Europa globale (NDICI-Europa globale). Nel 2021 l’importo previsto ammontava a 316,5 milioni di euro (impegnati nel 2022), di cui il 45 % è stato destinato a
PEGASE, e nel 2022 corrispondeva a 283 milioni di euro, di cui 40 % a PEGASE. All’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) – prosegue – è stato assegnato un importo compreso tra il 25 % e il 30 %. La parte restante è stata impiegata per il
finanziamento di progetti”.

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Risorse destinate all’assistenza finanziaria della Palestina esaminate lo scorso 21 novembre 2023 dalla stessa Commissione, confermando, prosegue l’esponente della Commissione von der Leyen, che “i controlli e le garanzie della Commissione in vigore sono efficaci e che non sono emerse
violazioni degli obblighi contrattuali”.

“I beneficiari accusati di incitamento all’odio e alla violenza dopo gli avvenimenti del 7 ottobre 2023 sono stati invitati a presentare osservazioni
sulle accuse mosse nei loro confronti. I pagamenti sono erogati dopo la presentazione di chiarimenti soddisfacenti, in linea con le disposizioni del regolamento finanziario. Inoltre la Commissione ha individuato alcune misure supplementari di attenuazione per rafforzare l’applicazione delle misure di salvaguardia vigenti, quali l’inclusione di clausole contrattuali pertinenti contro l’incitamento all’odio e alla violenza e altre clausole contrattuali restrittive in tutti i nuovi contratti e l’ampliamento dell’ambito di applicazione del monitoraggio dei beneficiari, anche attraverso un controllo da parte di terzi”.

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