Padeball. Un nuovo modo di giocare.

Una nuova idea per giocare a padel e riqualificare l’ambiente urbano. In una parola ‘Padeball’. Un’iniziativa che arriva da una fra le città più colpite dal disastro sociale ed economico causato dal coronavirus, Brescia, che non ha però fermato imprenditori come Claudio Galuppini.

In questi mesi di chiusura forzata, tra timori e preoccupazioni, l’AD di Italian Padel, che mantiene l’occupazione di circa un centinaio di famiglie fra lavoro interno ed indotto, ha brevettato il Padeball (di cui ha anche creato e registrato nome, marchio, deposito e domanda di brevetto internazionale).

Si tratta di nuovi campi multisport di varie dimensioni, in ring modulari totalmente protetti da strutture metalliche e adatti per 2 o 4 giocatori, che permettono di esercitare al loro interno diversi sport che non prevedono il contatto diretto tra i partecipanti come il volley, il calcio tennis, il badminton e il padel. La ditta, già leader in Italia e in Europa nella costruzione e installazione di campi da padel, ha progettato e brevettato queste strutture innovative installabili su pedane in calcestruzzo, modulari, autoportanti e certificate, con minor impegno di tempi e costi di realizzazione e adatte anche a spazi più piccoli rispetto a quelli dei soliti campi da gioco.

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I nuovi campi possono essere utilizzati durante manifestazioni temporanee, possono essere installati in location come spiagge, stabilimenti balneari, campeggi, palestre, piazzali di capannoni, parcheggi ma anche semplicemente nel giardino di casa, non richiedendo la realizzazione di opere di fondazione. Richiedono investimenti minori, ridotte tempistiche di realizzazione e minor burocrazia, tramite semplici permessi di installazione temporanea e stagionale. Inoltre, questi nuovi campi possono essere installati da personale non specializzato grazie a guide cartacee e video esplicativi, riducendo così anche costi e tempi di montaggio/smontaggio a fine manifestazione o stagione.

I campi da Padeball possono essere installati in tutte le location dove non è possibile realizzare il classico campo da padel per diversi motivi (il maggior impegno economico, l’impossibilità di avere i permessi comunali o quella di realizzare opere edili come cordoli di fondazione e pavimento in calcestruzzo). L’idea di Galuppini è stata quella di sostituire le pareti in vetro presenti nel padel con reti metalliche di nuova realizzazione, in grado di garantire un omogenea rimbalzabilità sia delle palline da tennis che di palloni da calcio o pallavolo e, allo stesso tempo, permettere alle pareti metalliche di non opporre resistenza al vento creando il classico effetto vela, presente invece con le lastre in vetro.

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Non si tratta solo di “dimensioni”: grazie alle loro misure ridotte e all’uso delle pedane prefabbricate, si possono installare quattro campi di Padeball in un unico campo da tennis, permettendo al gestore di avere contemporaneamente fino a sedici giocatori nello spazio dove prima giocavano in due, moltiplicando i suoi incassi in tempi brevi. Grazie alla ridotta pavimentazione necessaria, i campi di Padeball consentono di recuperare spazi non sfruttati appieno come campi da basket o di calcetto e piste di pattinaggio presenti nei vari comuni italiani, nei loro oratori, nei circoli sportivi o di intrattenimento.

“Tutti questi vantaggi e innovazioni consentono ai campi di Padeball di diventare molto accessibili: possono essere tranquillamente acquistati e installati in piazzali di capannoni per il welfare aziendale o per l’organizzazione di team building; possono trovare spazio in giardini di ville e case private, per la felicità e la salute psico-fisica della famiglia, oltre a parenti ed amici che ne potranno beneficiare – commenta Claudio Galuppini – Più salute, più business, innovazione e occupazione…quando si dice che le crisi sono anche fonte di cambiamento!”.

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