Pace con la Russia, NI e ID: “Intelligence preme su Governo USA per negoziati”.

Nonostante la non sempre puntuale (ed equidistante) copertura medicatica sulla crisi geopolitica in Ucraina, capace, come spesso capita nei teatri di guerra, di portare l’opinione pubblica verso un totale gap di empatia e interesse, alcuni eurodeputati* hanno recentemente ricordato alla Commissione von der Leyen, che diverse agenzie di intelligence stanno consigliando da tempo al Governo degli Stati Uniti di avviare negoziati di pace con la Russia.

Da qui la richiesta all’esecutivo von der Leyen circa la disponibilità ad avviarre negoziati di pace con il regime di Vladimir Putin e interrompere, quindi, il copioso fiume di attrezzature militari e finanziamenti verso l’Ucraina.

Difficile, alla luce del passato della presidente von der Leyen e della mai tanto negata dipendenza dell’UE dagli Stati Uniti, vedere (non è capitato nell’ultimo anno), una minima possibilità di pressione verso la Casa Bianca. Conclusioni, per ampi versi, confermate dall’intervento dell’Alto rappresentante dell’UE, Josep Borrell.

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Un intervento il cui incipit non può che essere commentato come una “supercazzola” dal momento che secondo lo stesso Borrell, “spetta all’Ucraina decidere le condizioni effettive dei negoziati”. Possibile credere nell’indipendenza del Governo di Kiev con gli ampi investimenti messi in atto dai big player mondiali nel corso del conflitto e per la futura riscostruzione del Paese?

“L’UE – ha sottolineato Borrell – sostiene l’iniziativa del Presidente Zelenskyy per una pace giusta basata sul rispetto dell’indipendenza dell’Ucraina e i veri sforzi negoziali per porre fine alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. Tuttavia, si tratta di una guerra scelta dalla Russia e non ci sono state aperture ai negoziati da parte della Russia”.

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Come risaputo, Vladimir Putin non è mai stato il tipo capace di porgere l’altra guancia. Ma, chiudere ogni porta scaricando tutte le responsabilità senza mettere in atto un serio tentativo diplomatico – assente peraltro da oltre 12 mesi – può riconoscere all’UE e agli Stati Uniti una “patente di giusta causa?”.

“La Russia – continua la nota dell’Alto rappresentante – è determinata a perseguire la sua guerra e il suo obiettivo di minare la statualità e l’indipendenza dell’Ucraina. La Russia potrebbe porre fine alla sua aggressione se ritirasse tutte le sue truppe e i suoi equipaggiamenti militari dall’intero territorio ucraino. L’Ucraina sta esercitando il suo diritto all’autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia, in conformità al diritto internazionale, in particolare l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.

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Insomma, i negoziati di pace, nonostante le stesse agenzie di intelligence stiano facendo pressioni allo stesso Governo statunitense affinché si ponga fine al conflitto, non semprerebbero essere al momento sul tavolo delle priorità della Commissione: “Con la sua guerra contro l’Ucraina, la Russia sta violando palesemente la Carta delle Nazioni Unite e sta minando i fondamenti del sistema normativo. Pertanto, è nel più alto interesse dell’UE continuare a fornire un sostegno globale all’Ucraina fino a quando non prevarrà”. Solo allora, per Borrell, “si potrà raggiungere una pace globale, giusta e sostenibile”.

Tradotto, avanti tutta, sotto l'”egida” dai valori democratici europei, verso il sostegno dell’escalation militare.

*Marcel de Graaff (NI), Joachim Kuhs (ID), Bernhard Zimniok (ID), Milan Uhrík (NI), Ivan Vilibor Sinčić (NI).

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