PA, Francesco Boccia: “Servono migliaia di giovani digitali”.

“La PA deve rafforzarsi con le reti e le strutture e poi con alcune migliaia di giovani ‘digitali’. Anzi spesso aiuta noi, quelli con i capelli bianchi o qualche capello in meno, a lavorare meglio. Consiglierei a tutti, a partire dai ministri, a credere nello smart working e nel lavoro da remoto. Anche la Pubblica Amministrazione senza trovare scorciatoie può ispirarsi a modelli che già stanno funzionando in molte imprese italiane”. Così, sulla pubblica amministrazione e smart working, Francesco Boccia, fondatore di Digithon, a margine della conferenza stampa di presentazione della maratona digitale italiana.

Fantastici proclami per i giovani che, però, cozzano con la formulazione delle procedure concorsuali e, in particolare, con i requisiti richiesti nella gran parte dei concorsi pubblici, a partire dal voto di laurea (per niente qualificante e che non tiene conto delle reali capacità degli studenti/esse) e dai punteggi attribuiti per l’esperienza lavorativa, anch’essa penalizzante per migliaia di ragazzi/e senza alcuna traction occupazionale. Senza contare la vetustità delle stesse prove concorsuali, non idonee a selezionare i migliori talenti con competenza digitali, e, dovendo riflettere sull’origine del problema, dello stesso sistema scolastico del nostro Paese, assolutamente da cestinare se si vogliono formare anche i futuri addetti alle mansioni digitali.

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Su questi temi, per niente popolari, bisognerebbe aprire una profonda discussione, nonché agire sostanzialmente se davvero si vuole assistere a un processo di reclutamento di giovani talenti nella Pubblica Amministrazione.

foto Facebook/FrancescoBoccia