Oristano. Riapre domani la Torre di San Cristoforo.

La Città di Oristano si riappropria di uno dei suoi monumenti più caratteristici, la Torre di San Cristoforo. Domani, dopo un decennio di chiusura e una serie di lavori di restauro e messa in sicurezza, la torre sarà inaugurata con una cerimonia in programma venerdì alle 18 che prevede una conferenza nella sala consiliare del Comune a Palazzo degli Scolopi e a seguire una visita al monumento. Sabato e domenica la torre potrà essere visitata gratuitamente dalle 9,30 alle 13 e dalle 17 alle 20. Dalla settimana prossima le visite guidate saranno curate dal personale della Fondazione Oristano.

I lavori di restauro e messa in sicurezza, realizzati nell’ambito di un appalto da 61 mila euro dall’impresa Archeo&Restauri di Napoli, si sono concentrati sulla campana e sui solai lignei della Torre medievale.

“L’appalto, finanziato con i fondi dell’8 per mille, ha consentito di rendere nuovamente fruibile la Torre di San Cristoforo, uno dei simboli identitari più importanti della città – spiega il Sindaco e Presidente della Fondazione Oristano Andrea Lutzu – È un momento importante per Oristano che sottolinea l’attenzione del Comune per i suoi beni culturali, ma anche il legame tra la città e la sua storia. Nel momento in cui la torre riapre è doveroso rivolgere un ringraziamento a chi, attraverso l’8 per mille, ha devoluto una parte della sua dichiarazione dei redditi al restauro di questo bene storico”.

Andrea Lutzu
Andrea Lutzu

“La prolungata chiusura della torre è stata dovuta allo stato di degrado dei solai lignei che negli ultimi anni era sensibilmente peggiorato – spiegano gli Assessori ai Lavori pubblici Francesco Pinna e alla Cultura Massimiliano Sanna – Aveva raggiunto livelli tali da impedire l’apertura del monumento in condizioni di sicurezza. Lo stato di degrado dei solai in legno peggiorava man mano che si saliva di livello: il primo piano appariva compromesso in particolare dalla grande quantità di guano e carcasse di piccioni, oltre che da tarli ed insetti xilofagi, quello tra il primo ed il secondo piano, oltre che dalla presenza di guano, era stato colpito in modo importante da attacchi di insetti xilofagi, in particolare termiti. Il terzo impalcato appariva rovinato, oltre che dagli insetti, da marciume dovuto ad infiltrazioni di acqua, che avevano provocato il distacco di alcune parti lasciando a vista la soletta in cemento sovrastante”.

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Il progetto di restauro, a cura dell’architetta Sara Fabbri, prevedeva la pulitura e sanificazione dal guano dei solai, la sostituzione degli impalcati lignei e delle strutture che li sopportano, delle scale e dei parapetti, il rifacimento del coccio pesto negli spalti fra la torretta e le merlature. Il progetto è stato integrato con la sistemazione di reti che permettono di risolvere l’annoso problema della presenza dei volatili. Le reti hanno un impatto visivo minimo, tale da non pregiudicare la bellezza del monumento, ma una grande utilità che consente la piena fruizione del bene.

“I lavori permettono di restituire alla città un grande simbolo identitario, un monumento che consente di esaltare un periodo storico glorioso per Oristano – sottolinea l’Assessore alla Cultura Massimiliano Sanna – Siamo orgogliosi di riuscire a riaprire la torre, a mettere la parola fine su una chiusura che durava da un decennio. Altrettanto importante è consentirne la fruizione in condizioni ottimali, inserendola in un progetto di gestione affidato alla Fondazione Oristano che riguarda i più importanti luoghi e istituti della cultura comunali”.

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La riapertura sarà accompagnata da un’iniziativa rivolta ai più giovani: “Costruisci la torre di San Cristoforo con MINECRAFT”. I ragazzi dai 6 ai 16 anni interessati potranno inviare uno screenshot a info@museooristano.it. Concorreranno a vincere buoni spesa da GameStop e partecipare alla mostra finale.

Andrea Lutzu
Andrea Lutzu

La torre, in particolare, comprende diverse strutture e apparati lignei. Un argano posizionato al secondo piano aziona un piccolo ponte levatoio attraverso catene e funi, i cui passanti sono ancora visibili sul retro della torre. Una saracinesca e un alto portone a doppia anta completano il sistema di sicurezza. In effetti questo è il duplice ruolo della torre di Mariano: baluardo difensivo e porta per l’accesso Nord della città. La torre si apre sulla ruga Maista (via maestra), attraversando l’abitato fino alla Porta a Mari, ovvero l’accesso Sud.

La difesa della torre veniva garantita dalle numerose feritoie sui lati esposti e dalla caditoia per versare liquidi sui visitatori indesiderati. Oltre a questo era presente un notevole fossato collegato a un sistema di scolo o deflusso delle acque.

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La torre come il resto delle fortificazioni, ha poi subito nel tempo numerosi rimaneggiamenti e riparazioni, evidenziate dai disegni e dalle foto di repertorio di fine Ottocento e dei primi anni del Novecento. A questi si uniscono i preziosi documenti d’archivio. Nel XV secolo, in particolare, le torri sono state interessate da notevoli modifiche, con l’aggiunta dei sopralzi con merlatura “a pettine”, portando il corpo di fabbrica da 19 a 28 metri di altezza. Lavori decisi dal marchese di Oristano Antonio Cubello, intorno al 1430, quando il fonditore Bernardo Guardia realizza la campana civica posta sotto l’arco del sopralzo.

La torre di Porta Ponti riveste una grande importanza storica perché alcuni episodi della vita trecentesca del giudicato d’Arborea la vedono protagonista. Si ricorda, ad esempio, la visita diplomatica degli ambasciatori del duca Luigi I d’Angiò, giunta a Oristano nel 1378 che, prima di poter entrare in città, dal momento che Ugone III era impegnato al fronte nella difesa del regno, dovettero aspettare sotto il sole d’agosto prima di poter essere ricevuti. Accanto alla torre sorge nel XVIII secolo la chiesa di Santa Caterina, voluta da Monsignor Nin per accogliere i prelati all’ingresso di Oristano prima di giungere in Cattedrale. Pressoché identica alla torre di San Cristoforo è quella di San Filippo, purtroppo andata distrutta sul finire del XIX secolo, che costituisce parte del complesso difensivo di San Filippo.