Oristano, inaugura la mostra “De insula. Dall’Ottocento al Contemporaneo”.

Un inedito corpus di oltre 300 opere d’arte tra tele, ceramiche e sculture dal XIX secolo ai giorni nostri. E’ quanto si appresta ad offrire ai visitatori dal 13 febbraio la mostra “De insula. Dall’Ottocento al Contemporaneo”.

Esposizione che abbraccia un arco di tempo di circa 160 anni, raccontato nei volti, nelle luci, nei costumi e nelle forme attraverso un meraviglioso mondo iconografico. Il viaggio, spiegano i promotori, ha inizio “in un clima rarefatto, come nel ritratto ieratico di signora, realizzato da un grande maestro dell’Ottocento, e si conclude in un magmatico universo contemporaneo”.

“Giovani artisti talentuosi – si legge nella nota – emergono nei primi anni del Novecento e le committenze, non solo istituzionali e cimiteriali, si ampliano lentamente grazie al nuovo ceto borghese in cerca di prestigio e di un posizionamento sociale. Fioriscono sempre più le botteghe, le Mostre di Arte Sarda si affermano e il clima del dibattito culturale si fa più intenso. Le sale espositive dedicano ancora nel 1921 ampio spazio agli artisti dell’Ottocento come Ballero, Rossino e Melis Marini mentre Ciusa si inserisce in modo unico e considerevole come anello di congiunzione che lega il passato al presente dei giovani Altara, Dessy, Albino Manca e Federico Melis. Per assistere al vero cambiamento di paradigma è necessario attendere la fine degli anni ’50. La vera rivoluzione arriva grazie ad un folto gruppo di giovani artisti che cercano di spazzare via, con violenza e accesa critica, tutto ciò che rappresenta la tradizione, abbandonando il figurativo e sposando totalmente l’informale”.

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“Si costituisce negli anni ‘60 un mondo binario, tradizione che si cristallizza e procede lenta verso il suo naturale declino e sperimentazione che guarda con voluttà al mondo che cambia. L’onda lunga della forza prorompente delle neo avanguardie, promossa soprattutto a partire dagli anni ’70 dalla galleria Arte Duchamp di Cagliari, comincia ad assopirsi anch’essa sul finire degli anni ‘80, lasciando incertezza ed un vuoto che lentamente viene ricolmato dalle nuove generazioni di artisti che, forse inconsapevolmente, hanno già compiuto una terza rivoluzione estetica, attraverso temi e modelli di un mondo in cui l’Io è esploso, fluido, e si cerca furiosamente di ricomporlo e dargli almeno una forma momentanea”.

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