Oristano: approvata la mozione sull’antifascismo.

Il Consiglio comunale di Oristano ha approvato le mozioni sull’antifascismo e contro i totalitarismi. La prima, presentata dai consiglieri di minoranza Sanna, Obinu, Federico, Cadau, Mascia e Uras è stata votata all’unanimità (22 voti a favore).

Efisio Sanna (PD), illustrando il documento, ha sottolineato come “La nascita della Repubblica e della Carta costituzionale è stata indirizzata in maniera netta contro il fascismo. Il fascismo è stato consegnato alla storia come una feroce dittatura e non è stata una invenzione dei suoi oppositori, ma un passaggio alle vie di fatto di dottrine illiberali, deprecabili, di violenza illegale, razzismo e antisemitismo. Da alcuni anni c’è un tentativo di creare una nuova immagine del nostro passato, ma la storia italiana racconta chiaramente cosa sono stati il fascismo italiano e il comunismo italiano. C’è in giro una minoritaria identità di falsi valori su cui occorre vigilare e che dobbiamo contrastare”.

Per Patrizia Cadau (Movimento Cinquestelle) “è importante ricordare che in questo paese le donne hanno subito il fascismo come il male assoluto, la peggiore delle condanne. Il fascismo non solo ha interrotto il dibattitto sul diritto di voto alle donne, ma ha compiuto tante forme di discriminazione e le confinate nel ruolo di madre e moglie, se non a quello di prostitute, al servizio del maschio al comando”.

“Parlando di fascismo non ci possono essere mezze misure nella sua condanna e in quella dei suoi valori – ha detto Vincenzo Pecoraro (UDC) -. Noi tutti abbiamo un debito enorme nei confronti di chi ha combattuto il fascismo e ci ha restituito un Paese libero. Oggi non c’è il pericolo di una sua rinascita, ma stiamo sdoganando poco a poco i presupposti ideologici. Abbiamo dunque un enorme bisogno di riaffermare l’antifascismo”.

Maria Obinu (PD): “Le riflessioni di carattere storico e politico sono molto utili anche in quest’aula e non rubano tempo ad altre tematiche. Essere antifascista deve essere un valore per ognuno di noi, non solo dei comunisti. La nostra costituzione è profondamente antifascista e lo è la nostra Repubblica. Il fascismo è stato una dittatura sanguinaria, che ha privato le donne di qualsiasi libertà, che ha tolto la vita e la libertà agli oppositori. Non dunque è retorico ribadire che siamo antifascisti”.

Annamaria Uras (Coraggio e libertà – Insieme) ha auspicato un ampio dibattito su un tema tanto importante: “In quest’aula, dagli interventi sentiti finora, registro la condivisione di una passione civile su un tema tanto importante. La nostra Costituzione nasce da valori profondamente antifascisti. Io il fascismo lo vedo molto più vicino di quanto si pensi, dobbiamo stare molto attenti”.

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Andrea Riccio (Progres – Progetu Repubblica Sardinia) che inizialmente aveva firmato la mozione ha puntualizzato di “aver ritirato la firma da questa mozione di cui condivido quasi interamente lo spirito. Io sono antifascista da sempre, ma devo ragionare e uno dei valori a cui mi ispiro è la tolleranza e questo significa tollerare anche chi non tollera. Il mio personale senso della democrazia mi porta a tollerare anche chi la democrazia la calpesta. Non posso non tollerare il pensiero. Sulle azioni, sui reati, il ragionamento è diverso e lì si deve intervenire senza indugio”.

“Essere antifascisti non significa essere comunisti – ha detto Francesco Federico (indipendente) -. Non bisogna avere paura di dire che siamo antifascisti e di condannare la vergogna delle leggi razziali, la persecuzione degli oppositori e i tanti crimini commessi dal fascismo”

Per il Sindaco Andrea Lutzu, che ha chiuso il dibattito, la posizione democratica di ciascuno è certa: “Nessun timore e nessun dubbio a votare questa mozione sull’antifascismo. La maggioranza la voterà compatta”.

La seconda mozione, “Revoca della cittadinanza onoraria conferita a Benito Mussolini nel 1924”, è stata invece respinta con 14 voti contrari e 8 a favore.

Andrea Riccio (Progres – Progetu Repubblica Sardinia) l’ha presentata evidenziando che “Mussolini è l’uomo che ha devastato l’Italia e le sue coscienze. Troppo spesso però tendiamo a dimenticare anche i fatti più abominevoli della nostra storia. Oristano è una culla del diritto da secoli. Può dunque avere come cittadino onorario un assassino del diritto? Parlare di queste cose non è una perdita di tempo, non lo è mai quando si parla di valori. Non dobbiamo cancellare la storia, dobbiamo leggerla e possiamo correggere un errore: il conferimento della cittadinanza onoraria con la pistola puntata agli amministratori di allora. Non voglio essere concittadino di Mussolini per la sua responsabilità sulle leggi razziali, sulla colonizzazione dell’Africa, per gli eccidi, le prevaricazioni contro i deboli, gli omosessuali, le minoranza, l’ingresso in guerra”.

Monica Masia (Sport, salute, volontariato, natura) ha evidenziato come “le tre mozioni di questa sera hanno un unico filo conduttore e lanciano lo stesso messaggio. Revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini è un atto concreto per dire no a qualsiasi regime totalitarista come quello fascista. Mussolini è l’uomo che trasformò l’Italia in un regime dittatoriale, annullando il pluralismo, sovvertendo le regole della vita democratica, annientando le libertà dei cittadini attraverso le persecuzioni contro la razza, la religione. Revocare la cittadinanza è un modo per dichiararsi antifascisiti e prendere le distanze da quel leader che non merita di essere nostro concittadino”.

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Patrizia Cadau (Movimento Cinquestelle): “A differenza di quanto avvenuto in Germania noi non abbiamo mai fatto i conti con quanto avvenuto durante il ventennio fascista. Io non voglio essere concittadina di quest’uomo responsabile di innumerevoli crimini”.

“Ho vissuto orgogliosamente senza sapere che Mussolini aveva la cittadinanza onoraria di Oristano. Per me quella cittadinanza è morta con lui – ha detto Annamaria Uras (Coraggio e libertà – Insieme) -. Non lo riconosco cittadino oristanese”.

Maria Obinu (PD): “Il fascismo non ha fatto nulla di buono. È stato un regime dispotico e violento, fatto da un uomo piccolo e incapace, uno stratega mediocre e neanche uomo di specchiata moralità. Mussolini è stato un violento ed è arrivato il momento di togliere la cittadinanza a un personaggio che non la merita”.

Efisio Sanna (PD) ha sottolineato “il fortissimo valore simbolico della mozione. Da oggi cessa ogni rapporto con questo individuo. Compiamo un atto di giustizia”.

Un distinguo è arrivato da Davide Tatti (Fortza Paris): “Dichiararsi contrario a qualsiasi dittatura per me è scontato, così come lo è dirlo sul fascismo e sul comunismo. Non mi sento però di approvare un atto con cui rinnego ciò che è stato fatto dalle persone che hanno adottato quell’atto. Mussolini non è un mio concittadino, ma per quanto sbagliato non me la sento di revocare un atto come quello approvato 100 anni fa”.

Per il Sindaco Andrea Lutzu “Su questo tema ci deve essere libertà di coscienza da parte dei consiglieri. La cittadinanza onoraria fu un atto di regime che non fu dato dal Consiglio comunale ma da un commissario. Dichiararsi antifascista come abbiamo fatto è sufficiente per ribadire la nostra posizione sui regimi totalitari e sulla democrazia. Sono fortemente antifascista, ma sulla cittadinanza onoraria, che risale al 1924, mi chiedo se abbia senso revocarla o lasciarla come monito e insegnamento”.

La terza mozione presentata e votata all’unanimità (21 voti a favore) è stata quella dei consiglieri di minoranza Lutzu, Cerrone, Faedda, Pusceddu, Deriu, Muru, Orrù, Mureddu, Cabras, Puddu, Iatalese, Solinas, Tatti: “Contro qualsiasi tipo di totalitarismo”.

A illustrarla è stato Giuseppe Puddu (Fratelli d’Italia): “La mozione prende spunto dalla risoluzione del Parlamento europeo sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa e che ha riconosciuto che la memoria delle vittime dei regimi totalitari e autoritari, il riconoscimento del retaggio europeo comune dei crimini commessi dalla dittatura comunista, nazista o di altro tipo, sono di vitale importanza per costruire la resilienza europea alle moderne minacce esterne. La mozione impegna il sindaco e l’amministrazione comunale a esprimere la sua totale adesione morale e politica ai principi della risoluzione europea, a celebrare il 23 agosto come Giornata europea di commemorazione delle vittime dei regimi totalitari e a sensibilizzare le generazioni più giovani per il tramite del coinvolgimento di tutte le scuole di ogni ordine e grado del territorio, a promuovere la documentazione del tragico passato totalitario per le vicende che hanno interessato il territorio comunale, ad affermare la cultura di una memoria condivisa che respinga i crimini dei regimi nazisti, comunisti, fascisti e stalinisti e di altri regimi totalitari e autoritari del passato”.

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“Ribadiamo l’orrore per qualsiasi totalitarismo – ha ribadito Efisio Sanna (PD) -. Questa mozione completa i ragionamenti che abbiamo fatto stasera. Non si può però accettare di associare il Partito comunista italiano con le Brigate rosse come è stato fatto in quest’aula. Il fascismo è stato un iattura per il nostro Paese che fortunatamente non ha subito altre dittature. La condanna contro ogni totalitarismo è netta, senza se e senza ma”.

“In quest’aula siamo tutti animati dagli stessi ideali di libertà ed uguaglianza – ha detto Veronica Cabras (Riformatori) -. Condanniamo qualsiasi manifestazione violenta come quelle che si sono verificate nelle scorse settimane”.

Annamaria Uras (Coraggio e libertà – Insieme): “La risoluzione del Parlamento europeo ha sancito l’orrore dei crimini dei regimi totalitari e questa mozione ribadisce l’importanza di quella risoluzione. Siamo tutti coesi nell’aborrire ogni forma di totalitarismo”.

Per Andrea Riccio (Progres – Progetu Repubblica Sardinia) “è imbarazzante che questa mozione faccia frequente riferimento a nazismo e comunismo, ma non al fascismo”.

Francesco Federico (indipendente): “Condivido la mozione, peccato che sia mozione fotocopia di altre presentate in altri comuni d’Italia”.

Il Sindaco Andrea Lutzu ha risposto ad Efisio Sanna ricordando che “le Brigate rosse si firmavano partito comunista combattente, ma nessuno le accosta al Partito comunista di Berlinguer, ma è chiara l’ideologia alla quale quella formazione terrorista si ispirava”.

La conclusione del dibattito ad Antonio Iatalese (Fratelli d’Italia): “Tutti crediamo nei valori della democrazia e dell’antifascismo e crediamo nello stato liberale moderno. La nostra Costituzione è profondamente antifascista. La mozione sull’antifascismo diceva cose ovvie ma capisco che sia giusto ribadire certi concetti e certi valori. Allo stesso modo è giusto ribadire questi concetti contro ogni forma di totalitarismo”.