Orientamento al lavoro: giovani senza bussola.

Senza bussola e con servizi di orientamento che risultano poco attrattivi per i giovani. E’ pessimo il paradigma italiano di assistenza e supporto dei giovani all’orientamento al lavoro. Una “non novità” riflettendo sui discutibili Job day e giornate delle università sparse quà e là nel Paese, messe in campo da Agenzie per il lavoro (in Sardegna l’Aspal si conferma da tempo per quello che è) e università italiane.

Il 38,2% dei ragazzi raggiunti dall’indagine dell’INAPP afferma infatti di non aver mai usufruito di un servizio di orientamento, con una percentuale ancora più alta (42%) nella fascia dei giovanissimi (15-17enni). Il 57,3% degli stessi giovani sostiene di non avere le idee chiare su cosa “farà da grande”.

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La ricerca evidenzia che in Italia esiste un insieme articolato di strumenti e servizi di orientamento (accoglienza, informazione, colloquio orientativo, tirocini, tecniche di ricerca attiva del lavoro, bilancio di competenze, tutorato nelle transizioni, outplacementmentoringcareer counselling, bilancio di competenza) che appare molto eterogeneo e frammentato e poco ancorato a stabili modelli culturali di riferimento. “Sembra mancare, del tutto o in parte – spiegano dall’INAPP – una teoria della prassi e una metodologia dell’intervento coerente con obiettivi prefissati; esiste una consapevolezza delle carenze, ma non è chiaro il percorso culturale da compiere”. Per migliorare questa situazione, è indispensabile “rafforzare il coordinamento centrale e incentivare la condivisione di buone pratiche tra enti, senza tuttavia compromettere la flessibilità necessaria per rispondere ai bisogni locali. È inoltre indispensabile investire nella formazione di figure professionali dell’orientamento, creare reti di collaborazione più solide e favorire una maggiore informazione tra le famiglie”.

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L’indagine ha rivelato inoltre che i giovani intendono sempre più “il lavoro come progetto di vita e non più solo come strumento di guadagno”, mettendo al centro la qualità di vita. I giovani cercano molto più di un posto di lavoro e di guadagno, cercano situazioni in cui possono realizzare sé stessi dal punto di vista umano e professionale.

“La ricerca evidenzia la carenza di un approccio sistemico sul tema dell’inserimento lavorativo post scolastico e universitario che non consente a molti giovani di avere informazioni adeguate e di usufruire di dotazioni di servizi d’orientamento adeguati – ha commento Natale Forlani presidente dell’Inapp -. È una criticità che deve essere affrontata in modo organico adeguando le politiche attive del lavoro”.

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foto TDM2000