Operazione “Safe social”: 2400 utenti truffati.

La Polizia Postale di Bologna e Milano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, ha denunciato 12 persone di cui 5 arrestate per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata.

Gli autori del reato, fanno sapere dalla Polizia Postale, avevano aperto, nel 2018, un florido commercio di capi di abbigliamento tramite Instagram, popolare piattaforma social tra i giovani e giovanissimi.

La proposta di capi “alla moda” dal modesto valore commerciale, l’uso di un ambiente social in voga tra i più giovani e l’utilizzo di profili con migliaia di followers sono alcuni degli elementi che hanno portato numerosi giovani a cadere nella trappola dei truffatori.

Gli utenti, accuratamente selezionati, venivano contattati su instagram ed indotti al pagamento mediante ricariche di carte prepagate. Successivamente, gli autori della truffa, con altri profili social, ricontattavano le vittime persuadendole ad effettuare un nuovo pagamento, adducendo giustificazioni pretestuose come spese di dogana o problemi fiscali.

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L’analisi dei movimenti di denaro sulle 15 carte prepagate utilizzate per raccogliere i proventi dell’attività, incrociati con i tabulati telefonici dei sodali ed ulteriori riscontri investigativi, hanno consentito di identificare 2.400 vittime di cui 1.600 minori.

All’interno dell’associazione è stato possibile distinguere diverse figure aventi ruoli specifici: tra questi il promotore, titolare di 4 carte utilizzate per ricevere i proventi poi in parte monetizzati mediante prelievi presso sportelli ATM, altri soggetti attivi coinvolti nella gestione dei profili social e dei contatti con le vittime (avvenuti anche tramite whatsapp) oltre ai diversi prestanome intestatari di carte prepagate su cui venivano trasferiti gli illeciti profitti.

Tutti gli indagati sono stati sottoposti a perquisizione personale e domiciliare, mentre 5 di questi, che hanno avuto un ruolo ben definito nell’associazione criminale, alla custodia cautelare degli arresti domiciliari, con divieto di utilizzo di apparecchiature telefoniche e informatiche.

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