Operazione ‘Palmbeach’. Sequestrata infrastruttura per attacchi informatici su scala mondiale.

La Polizia Postale, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Milano, nel corso di un’operazione di polizia internazionale, ha sequestrato un’infrastruttura di rete VPN, in grado di anonimizzare e cifrare le tracce informatiche usata da gruppi criminali che colpivano le loro vittime attraverso i ransomware.

L’operazione, che ha coinvolto forze dell’ordine e autorità giudiziarie in Europa, Stati Uniti e Canada, è stata coordinata dall’Europol, Eurojust e dalla procura nazionale olandese.

La Polizia Postale ha chiuso uno dei nodi dell’infrastruttura della rete che forniva un rifugio sicuro ai criminali informatici da cui attaccare le vittime. In varie parti del mondo sono stati sequestrati i server dove DoubleVPN ospitava contenuti, mentre i relativi domini web sono stati sostituiti da una splash page con i loghi delle forze dell’ordine partecipanti.

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DoubleVPN era ampiamente pubblicizzato sui forum underground di criminalità informatica, sia russi che anglofoni, come mezzo per consentire a operatori di ransomware e truffatori di phishing di mascherare la propria ubicazione e identità. Il servizio si vantava di fornire un alto livello di anonimato offrendo connessioni VPN singole, doppie, triple e persino quadruple ai suoi clienti.

DoubleVPN è stato utilizzato per compromettere reti in tutto il mondo e la sua connessione VPN più economica costava solo 22 euro (25 dollari).

Il Centro europeo per la criminalità informatica di Europol (EC3) ha supportato l’indagine fin dall’inizio, riunendo tutti i Paesi coinvolti per stabilire una strategia comune. I suoi specialisti di criminalità informatica hanno organizzato oltre 30 riunioni di coordinamento e quattro workshop per preparare la fase finale del takedown, oltre a fornire assistenza analitica e di cripto-tracing. Nel giorno dell’operazione, presso Europol è stato istituito un posto di comando virtuale per garantire un coordinamento continuo tra tutte le autorità coinvolte nell’operazione.

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Eurojust, invece, ha facilitato la cooperazione giudiziaria transfrontaliera e il coordinamento, per garantire una risposta adeguata al fine di smantellare la rete. A questo scopo, fin dall’ottobre dello scorso anno, si sono svolte sei riunioni di coordinamento dedicate, organizzate da Eurojust, e si è creato un centro di coordinamento nel giorno del takedown.

Per il procuratore olandese Wieteke Koorn: “Questa indagine penale riguarda i criminali che pensano di poter rimanere anonimi, agevolando le operazioni di criminalità informatica su larga scala. Con la nostra iniziativa, vogliamo rendere molto chiaro che non ci possono essere rifugi sicuri per questo tipo di criminali. I loro atti delinquenziali danneggiano la società digitalizzata ed erodono la fiducia dei cittadini e delle aziende nelle tecnologie digitali”.

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