Operatori umanitari uccisi in Medio Oriente, Borrell: “Garantire indagine approfondita”.

Si continua a morire a Gaza. Una verità rivelata che colpisce tutti e tutte indistintamente nell’arido lembo di terra palestinese, compresi gli operatori umanitari europei e americani, come ricordato dall’ultimo atto sanguinario compiuto dalle foze di difesa israeliane sui 7 membri della squadra umanitaria della World Central Kitchen, morti nel corso di una spedizione per la consegna di alimenti ai cittadini più vulnerabili di Gaza.

Un fatto sul quale lo stesso Alto rappresentante dell’Ue, Josep Borrell, non ha potuto evitare di diramare l’ennesima nota stampa, ovviamente utilizzando toni diversi rispetto a quelli più spigolosi utilizzati verso i nemici degli interessi dell’Ue, nonostante l’evidente disprezzo per la vita espresso dalle cosiddette forze di difesa israeliane: “Sollecitiamo una rapida attuazione dell’impegno annunciato dalle autorità israeliane di condurre un’indagine approfondita e garantire la responsabilità dei responsabili. Ricordiamo l’obbligo israeliano, ai sensi del diritto internazionale umanitario, di proteggere gli operatori umanitari in ogni momento. Un elevato numero di operatori umanitari ha perso la vita dall’inizio della guerra a Gaza – ha dichiarato Josep Borrell -. L’UE elogia il prezioso lavoro svolto dalle Nazioni Unite e da tutti gli attori umanitari nel fornire aiuti salvavita in condizioni estremamente disastrose a Gaza. Esortiamo Israele a rispettare l’obbligo di consentire un accesso umanitario pieno, sicuro e senza ostacoli a coloro che ne hanno bisogno. La risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – conclude la nota “edulcorata” dell’Alto rappresentante dell’Ue – ha richiesto un cessate il fuoco immediato che porti a un cessate il fuoco sostenibile e duraturo. Anche la Corte internazionale di giustizia (ICJ) ha ordinato misure provvisorie vincolanti per le parti. L’UE si aspetta la loro piena, immediata ed efficace attuazione”.

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Acqua fresca per Israele, nazione “democratica”, dove recentemente è stata adottata una nuova legislazione che conferisce poteri temporanei al Governo israeliano pr impedire alle reti mediatiche straniere di operare in Israele, con buona pace della libertà di stampa. Tentativo, senza sé e senza ma, funzionale all’esigenza di non avere interferenze nell’attuale contesto di guerra.

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