openDemocracy. L’Erasmus+ finanzia pure chi paragona l’aborto all’Olocausto.
Recenti indagini di openDemocracy rivelano che la World Youth Alliance (WYA) con sede negli Stati Uniti e, soprattutto, un ufficio europeo a Bruxelles, ha ricevuto finanziamenti dall’UE nonostante abbia diffuso disinformazione anti-aborto e promosso narrazioni contrarie ai diritti di genere.
L’organizzazione beneficiaria dei fondi europei, negli anni, ha affermato che l’aborto può causare infertilità e avere un impatto negativo sulle gravidanze successive. Affermazioni (grazie al cielo) respinte dalla comunità scientifica, mentre la sua fondatrice, Anna Halpine, ha paragonato l’aborto ai peggiori genocidi in Europa e in Africa.
Fondatrice, ancora, che in un’intervista del 2019 aveva paragonato la campagna di disumanizzazione degli ebrei con il genocidio ruandese e, soprattutto, con la pratica dell’aborto.
Tale disinformazione sui diritti riproduttivi, ancora, può mettere in pericolo le donne. Eppure l’Unione Europea continua a finanziare la WYA per diffondere le sue affermazioni in tutto il mondo, nonostante il Parlamento Europeo abbia esortato gli Stati membri ad accettare che l’accesso alla salute sessuale e riproduttiva sia un diritto umano in una votazione del 2021.
In particolare la WYA ha ricevuto 1,2 milioni di euro di denaro pubblico tramite il programma Erasmus tra il 2010 e il 2022.
“È uno scandalo che i fondi dell’UE siano andati a sostenere un’organizzazione del genere”, ha affermato Neil Datta, fondatore e direttore esecutivo dell’EPF, l’European Parliamentary Forum. “Ciò significa che i soldi dei contribuenti dell’UE sono stati utilizzati per disinformare le donne sulla loro salute e sui loro diritti legali in un modo che è contraddittorio con i valori dell’UE”.
Dello stesso avviso anche l’eurodeputata dei Verdi/ALE, Diana Riba i Giner: “Il discorso di questa organizzazione include l’equiparazione pubblica dei diritti riproduttivi all’Olocausto e la diffusione di false affermazioni, come quella secondo cui l’aborto causa infertilità e influisce negativamente sulle gravidanze future. Ciò pone potenziali rischi per la salute delle donne e mina i diritti riproduttivi”.
In una dichiarazione, recente, invece, la Commissione europea ha comunicato a openDemocracy che “gli obblighi etici nell’ambito di Erasmus+ obbligano i beneficiari del programma a rispettare i valori dell’UE di rispetto della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritto e rispetto dei diritti umani quando implementano attività nell’ambito di Erasmus+. Devono inoltre astenersi da comportamenti scorretti a livello professionale.
Eppure, la notizia di un tale supporto finanziario non può che minare la già fragile reputazione del programma Erasmus+ e sostenere, di fatto, la proliferazione intenzionale di disinformazione, contro la quale la stessa Commissione ha coerentemente buttato milioni di euro a mare in azioni di scarso impatto. Ma questa è un’altra storia!
foto National Erasmus+ Office Israel