‘Open Doors’: l’ennesima ‘boutade’ ministeriale nell’archivio delle iniziative spot per i giovani.
Arriva l’ennesimo progetto paternalistico e calato dall’alto destinato ai giovani italiani, ‘Open Doors’, nato con l’obiettivo di costruire un sistema di informazione e orientamento rivolto ai giovani e fondato sulla narrazione dei Ceo delle grandi aziende sulle professioni attuali e future.
Il programma ministeriale coinvolgerà gli istituti scolastici italiani da aprile a novembre, con una serie di webinar, nel corso dei quali gli ospiti racconteranno il proprio percorso formativo con la tecnica dello storytelling. Gli appuntamenti saranno poi conservati su una piattaforma, così da essere sempre disponibili per la comunità scolastica.
Una nuova iniziativa spot che con molta probabilità non andrà verso la direzione sperata, ovvero orientare i giovani verso le nuove professioni. Ragazzi/e, purtroppo, assuefatti da un sistema scolastico obsoleto e scarsamente votato verso la formazione imprenditoriale e lo sviluppo delle competenze trasversali. Carenze sulle quali l’autocritica di Stato si limita, da diverse Repubbliche, a promettere ‘mari e monti’, per poi lasciare tutto com’è e a non mettere in discussione il dogma dei vetusti programmi scolastici ministeriali e scardinare l’inerzia delle dirigenze scolastiche sparse nel Paese, nella maggioranza dei casi impermeabili a qualsiasi innovazione in campo didattico e con una scarsa propensione al coinvolgimento di stakeholder locali per la realizzazione di attività formative di lungo periodo per i/le giovani.
Ma per la ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone basterà fare una chiacchierata con i Ceo delle grandi aziende – con molta probabilità ‘ipodermica’ per non dire frontale – per ‘illuminare’ le menti dei/delle studenti/esse italiani/e: “Con ‘Open Doors’ si darà fiducia nel futuro… è fondamentale orientare le scelte dei ragazzi…se spieghiamo loro che esistono determinate professionalità e che tipo di percorsi hanno fatto i Ceo, forse potremo dare una prospettiva di miglioramento”.
Ingenuità che emerge anche leggendo le successive dichiarazioni della ministra Dadone: “Open Doors è un’iniziativa straordinaria basata sul racconto. Persone che hanno raggiunti livelli di responsabilità all’interno di grandi imprese possono ora raccontare la loro esperienza ai ragazzi, che devono sapere che è possibile raggiungere quegli stessi livelli attraverso la scuola, lo studio e l’ascolto”. La nostra società – industria e politica inclusa – è, come risaputo, carica di esempi virtuosi di competenza e sacrificio…
Nessuna autocritica, come era facile prevedere nel discorso della ministra, verso il sistema scolastico italiano o una ‘chiamata alle armi’ al ministro Patrizio Bianchi per scardinare il paradigma dell’istruzione in Italia… va bene così! Vanno bene gli attuali livelli di abbandono scolastico, le carenze formative tra nord e sud del Paese e, ancora, la totale assenza di un percorso per lo sviluppo delle competenze trasversali dei più giovani e del loro pensiero critico, vero ‘volano’ di innovazione e di resilienza, nonché facilitatore di una nuova classe di cittadini consapevoli.
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